L’inverno nucleare che verrà…
Gli ordigni nucleari potrebbero secondo ogni logica essere inseriti a pieno titolo nella categoria delle armi di distruzione climatica: le catastrofi climatiche che possono provocare sono un effetto essenziale del loro impiego. Arma direttamente climatica non è quindi, ad esempio, solo la tecnologia elettromagnetica usata militarmente per sconvolgere l’ambiente: è proprio l’arma nucleare, che produce onde d’urto, tempeste di fuoco, inquinamento radioattivo ed impatto elettromagnetico; ma, con un impiego relativamente allargato, anche il cosiddetto “inverno nucleare”.
Ad esempio un attacco nucleare anche di poche decine di bombe H non farebbe solo milioni di morti su un territorio circoscritto: il cambiamento climatico e la destabilizzazione agricola ed ecologica investirebbero un’area molto più ampia e nel periodo di alcuni anni potrebbero causare centinaia di milioni di morti aggiuntivi.
Gli ordigni nucleari capaci di tali effetti dovrebbero allora essere considerati proibiti ai sensi della Convenzione ENMOD dell’ONU (proibisce l’uso militare di tecniche di modifica dell’ambiente).
Un’altra strada potrebbe essere quella di considerare la minaccia nucleare direttamente come una minaccia climatica, un problema collegato alla potenzialità analoga di estinzione della specie umana. La minaccia nucleare potrebbe essere vista come possibile minaccia climatica diretta, allo stesso modo dell’accumulo di gas serra o dell’inquinamento globale.
Preparare una guerra nucleare significa preparare il più sconvolgente e repentino cataclisma climatico. Potrebbe avvenire non solo come effetto collaterale ma come risultato di un’azione intenzionale.
La crisi della guerra mondiale a pezzi, in corso in questo momento sul pianeta, rende questi discorsi molto concreti per chiunque, nel momento in cui i leader mondiali fanno a gara di chi detiene il bottone nucleare più grosso (con mimate minacce aggiunte)!
Se si ha a cuore il futuro dell’ecosistema globale bisogna adoperarsi per eliminare alla radice la minaccia nucleare.
Ne consegue la necessità di farsi partner attivi della Campagna per l’Abolizione delle armi nucleari.
Alfonso Navarra – Disarmisti esigenti e Rete Bioregionale Italiana
Paolo D'Arpini
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