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Nel frattempo, in minima parte accogliendo le nostre proposte, è passata una legge, recepita parzialmente dalle Regioni, in cui si acconsente alla dispersioni delle ceneri residuate della cremazione. Intanto anche la chiesa ha accettato che la cremazione possa effettuarsi ma non accetta la dispersione delle ceneri che debbono essere riposte in urne cinerarie cimiteriali.
Questa battaglia rientra nelle libertà espressive della morte. Libertà, che implicando una scelta laica anche per il post.mortem, sono di attualità e di grande valore sociale, soprattutto per sottrarre il cadavere alle “speculazioni mortuarie” sia religiose che civili. Ma ancora non si vedono risultati concreti, anzi abbiamo riscontrato una ritrosia permanente a trattare questo tema. Ci rendiamo conto che gli interessi smossi dalla morte sono tanti ma questo voluto silenzio, su un argomento che tocca i sentimenti (e le saccocce) di buona parte della popolazione, appare una forma di evidente censura. Nella laicità dello Stato è necessaria una normativa più liberale e democratica sulla gestione mortuaria. Non è giusto che la gerenza del cadavere pesi quanto una esosa tassa di ’successione’ (anche in forma di ricatto sociale): pompe funebri, cerimonie religiose, bare, tombe e loculi a prezzi stratosferici, una vera e propria imposta sul decesso.
In tal senso, recentemente avevamo anche proposto che le salme potessero venire utilizzate allo scopo di recuperare sostanze utili, sia per la produzione energetica che per il riciclaggio organico, in modo da evitare lo spreco attuale, in cui i corpi vengo chiusi in cassette stagne e la natura non può avvantaggiarsi delle sostanze residue… Come avviene ad esempio nel caso di recupero di carcasse animali per produzione energetica e di fertilizzanti.
Paolo D’Arpini
“I cadaveri sono oggetti completamente inutili, depreco la loro conservazione, che a mio avviso rasenta la psciopatologia, ritengo che andrebbero tutti bruciati e le loro ceneri disperse al vento, disapprovo i cimiteri, e penso che chi vuole lasciare un ricordo di sè farebbe bene a scrivere diari e cronache da trasmettere ai posteri, invece che una tomba.
Ma sono in controtendenza con il comune sentire di un mondo che ai cadaveri dedica molto tempo ed energia.
Sicché è accaduto che il governo di Mosca abbia trasmesso all’Italia le salme di un centinaio di soldati italiani, rimaste in Russia fin dalla seconda guerra mondiale.
Un bel gesto.
Che non avrebbe attirato la mia attenzione se Giorgia Meloni fosse stata zitta, magari occupando il tempo a studiare la storia, in modo da evitare di dire scemenze in pubblico.
Perché la giorgina nazionale ha voluto celebrare il rientro della salme glorificando i soldati che difesero la patria, e qualcuno dovrebbe spiegarle una buona volta che quei poveretti non hanno difeso nessuna patria, visto che sono stati mandati ad aggredire la patria di qualcun altro, invadendo l’Unione Sovietica (che non ci aveva mai fatto niente di male, e, in particolare, non ci aveva mai aggrediti), e collaborando con ciò alla invasione nazista, che ha costretto i russi a difendersi al prezzo di 26 milioni di morti (per capirci, è come se l’Italia di oggi venisse dimezzata).
Visto che giorgina è rappresentante della Nazione, in quanto tale eletta dal popolo sovrano, sarebbe meglio che la storia della Nazione la studiasse e la conoscesse. In modo da evitare brutte figure a sé ed all’Italia che per incarico si trova a rappresentare.” (Vincenzo Zamboni)