“Non ho tempo per la fretta”. Un libro così, con la sua semplice bellezza che mi ha conquistato, con parole di buon senso, senza ostentazione, senza citazioni, senza complicazioni, in rima baciata indifferente alla metrica, naif come Ligabue (il pittore) ma con una sonorità che ricorda i testi rap: semplicemente prezioso come i disegni di Daniele Garota che lo accompagnano.
Ama la terra, cantale la tua canzone, anche se sei stonato,
l’importante è che nel cuore tu le sia grato.
l’importante è che nel cuore tu le sia grato.

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L’autore, Felice Rosario Colaci, contadino bioregionalista settantenne, laureato sulla terra (a pieni voti!), vive a San Severino nelle Marche; con il terremoto ha perso il cascinale dove viveva, ma non si perde d’animo e continua a ringraziare la vita, lo stesso. Quando non zappa scrive versi a modo suo, dove, senza riccioli letterari, senza retorica, racconta come ha rinunciato al superfluo provando ad accordarsi con l’orologio della natura, orientato alla terra con la bussola del buonsenso verso l’autosufficienza, distante dal consumismo, dalla competizione, dalle luci artificiali, dalle ossessioni cosmetiche e, per quanto può, dal denaro.
Nella loro semplicità, i versi in rima baciata di Felice sono viatico per una buona vita.
Massimo Angelini
