
INTERVISTA CON Emanuele Bompan
(Giornalista ambientale e geografo, autore del libro Che cosa è l’Economia Circolare)
“ECONOMIA CIRCOLARE: UN CAMBIAMENTO NECESSARIO, MA MAGGIORE AUDACIA E’ RICHIESTA A TUTTI”
Economia Circolare: sempre più spesso si sente parlare di “Economia Circolare,” ed anche i politici stanno iniziando ad utilizzare il termine con sempre maggiore frequenza. Ma ancora ben poco si conosce del modello e soprattutto manca l’audacia per abbandonare il “vecchio” modello dell’Economia Lineare (che si sta dimostrando fallente nel lungo termine) ed abbracciare il “nuovo” modello dell’Economia Circolare (che ha, se attuato per bene, grandissime potenzialità di sopravvivere nel lungo termine). Ancora una volta l’essere umano si trova a dover affrontare la sua paura inconscia del “nuovo” ed è per questo, che Emanuele Bompan, giornalista, tra i massimi esperti in Italia sul tema dell’Economia Circolare, ci manda questo messaggio: maggiore audacia! Nei giovani, nel sistema educativo e nei politici. Ecco il messaggio finale di Emanuele:
“Ai giovani: Non avete paura di essere i leader che cavalcano questi nuovi modelli di fare impresa ed economia. Siate innovativi e dinamici, sappiate cogliere pienamente questa trasformazione.
Ai politici: Non basta la conoscenza economica e giuridica di base! Abbiate la saggezza di informarvi sulla sostenibilità e su questa parte importante della sostenibilità che è l’economia circolare.”
Che cosa è l’Economia Circolare? Quali sono i suoi 3 principi di base? Chi sono gli attori coinvolti? A che punto stiamo in Italia e all’estero e quali sono i fattori necessari al suo sviluppo? Emanuele Bompan ha risposto a queste e ad altre domande.

http://www.emanuelebompan.it/
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INTERVISTA - (Settembre 2018)
L’intervista è stata realizzata Luglio e pubblicata a Settembre 2018 su www.lteconomy.org
Oggetto: L’Economia Circolare, limiti e potenzialità in Italia e nel mondo
Highlight
- Occorre un cambio di mentalità da parte di tutti verso un nuovo modello: le risorse estratte dal pianeta devono entrare in un processo circolare in cui faticano ad uscire, un po’ come accade in natura...
- L’Economia Circolare non si limita al riciclo (esso è solo il 1° principio dell’Economia Circolare)… Essa comprende anche l’allungamento della vita dei beni (2° principio), e (veniamo al 3° principio) il valore comune, con la condivisione di alcuni prodotti (Sharing Economy).
- Gli attori nell’economia circolare? Essenzialmente 3: il designer (che dal focus sulla forma passa al focus su ciclo di vita); l’industriale, l’amministratore locale. A questi si aggiunge il consumatore che riconosce e valorizza la qualità di questo modello.
- I prodotti avranno costi intrinseci più alti e venderanno sempre più servizi premium: oggi il futuro è dei servizi aggiunti, dell’innovazione intellettuale… Questo è il segmento dove le aziende dovranno compensare la riduzione delle vendite dovute al life-extension e alla massimizzazione del valore d’uso.
- Molti pensano che in Italia le cose non si stiano muovendo… Non è così! Qui le basi per innovare in questa prospettiva le abbiamo e come. La nostra base imprenditoriale ha una capacità innata che va messa a frutto. Anche le istituzioni stanno iniziando a prendere seriamente il tema…Ma anche qui occorre più audacia!
- In futuro molto del lavoro oggi svolto dagli esseri umani sarà svolto dai robot e dall’Intelligenza Artificiale: si lavorerà di meno. La scelta sarà tra: coltivare le proprie passioni oppure accrescere il proprio reddito in quei settori in cui la componente umana nel lavoro sarà ancora elevata.
- I settori? Principalmente: packaging, moda, automotive ed edilizia. Importante il discorso della bioeconomia e dello sfruttamento della legna specie nei Paesi del Nord Europa.
- La politica in Italia guarda con interesse il tema un po’ in tutti i partiti, nel centro-destra, nel PD, nel M5S. Il mondo accademico in Italia può fare di più…stanno nascendo i primi master sul tema e sicuramente ne nasceranno altri. E’ ancora presto per parlare di diffusione di massa del concetto.
- L’acqua diventa un bene sempre più prezioso e che può essere oggetto di contesa. Nel libro water grabbing delineiamo cosa andrebbe fatto a livello internazionale, nazionale e locale per evitare che si scatenino crisi economiche, crisi idriche e conflitti per questa risorsa.
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" Occorre un cambio di mentalità da parte di tutti verso un nuovo modello:
le risorse estratte dal pianeta devono entrare in un processo circolare in cui faticano ad uscire,
un po’ come accade in natura…"
1. Domanda: Ciao Emanuele, grazie per essere qui con noi. Sei tra gli autori più letti in tema di Economia Circolare, la nuova frontiera dell’economia nel 21° secolo. Potresti dirci sinteticamente di che cosa stiamo parlando e dei meccanismi sottostanti il passaggio da un’Economia Lineare ad un Economia Circolare?
Bene, pensate innanzitutto ad uno dei vostri beni (un vestito, un auto, un pc, la vostra casa etc…) e immaginate al processo che lo ha generato e a cosa gli accadrà una volta che ha terminato la sua vita utile: 1) è stata “estratta” materia (organica o inorganica) dal pianeta; 2) è stata trasformata nel bene; 3) utilizziamo questo bene; 4) il bene diventa un rifiuto. Questa è l’Economia Lineare: c’è materia che entra nel processo e materia che esce.
Vi chiederete adesso quale è il problema… Il problema è che preleviamo risorse “finite” dal Pianeta in quantità eccessive e le trasformiamo in materia non più utile ad esso (i rifiuti/inquinamento). E’ un processo che ha caratterizzato il nostro sistema economico mondiale negli ultimi 150 anni e che sta danneggiando il nostro pianeta depauperandone le risorse e dei terreni, favorendo il Cambiamento Climatico, ed inquinandolo.
Con l’aumento dei consumi e l’incremento della popolazione (andiamo verso gli 8 miliardi), questo tipo di economia sarà sempre più insostenibile! Occorre un cambio di mentalità da parte di tutti verso un nuovo modello: le risorse estratte dal pianeta devono entrare in un processo circolare in cui faticano ad uscire, un po’ come accade in natura… le materie insite nel prodotto diventano fonte di nutrimento del pianeta (nel caso delle risorse organiche) o rimangono all’interno di cicli produttivi (con riferimento alla materia inorganica).
Adesso andiamo un po’ più avanti con la definizione. Qualcuno dirà beh allora basta riciclare… L’Economia Circolare non si limita al riciclo (esso è solo il 1° principio dell’Economia Circolare) (che se fatto bene ne rappresenta comunque una parte importante… Essa comprende anche l’allungamento della vita dei beni (2° principio), riducendo così l’uso di energia e di materie aggiuntive necessarie nelle fasi di rilavorazione della materia. Infine (veniamo al 3° principio), occorre massimizzare il valore comune; questo significa promuovere la condivisione di alcuni prodotti (Sharing Economy). Questi principi hanno ampia applicabilità in tutti i settori economici, dall’agricoltura, al tessile, all’automotive, al packaging, all’edilizia (progettando le case in modo che siano facilmente disassemblate).
L’Economia Circolare deve essere progettata in modo tale da non portare perdite alle imprese (sostenibilità economica dell’Economia Circolare).
2. Domanda: Quali sono i principali attori coinvolti nel passaggio ad un’economia circolare?
Essenzialmente ne abbiamo tre: 1) il designer, colui che ripensa il prodotto nell’ottica dell’economia circolare (il focus si sposta dalla ‘forma’ alla capacità circolare del bene). Il designer nel 20mo secolo si è molto concentrato sulla forma. Oggi deve pensare al prodotto a come sarà in un’ottica dell’economia circolare (allungamento della vita, riciclabilità etc…). 2) Il secondo sono gli industriali, coloro che devono iniziare in modo graduale a trasformare le proprie attività da lineari a circolari. 3) Il terzo sono gli amministratori locali che devono aiutare il territorio ad affrontare questo tipo di trasformazione creando l’infrastruttura necessaria e promuovendo questo tipo di economia.
E’ i consumatori?
I consumatori svolgono un ruolo trasversale incentivando i tre soggetti citati ad intraprendere questo tipo di percorso. Devono e devono essere messi in condizione di informarsi.
Le 9 particelle dell’Economia Circolare
Fonte: Emanuele Bompan - Che cosa è l’Economia Circolare
“I prodotti avranno costi intrinseci più alti e venderanno sempre più servizi premium:
oggi il futuro è dei servizi aggiunti, dell’innovazione intellettuale…
Questo è il segmento dove le aziende dovranno compensare
la riduzione delle vendite dovute al life-extension e alla massimizzazione del valore d’uso”
3. Domanda: Approfondiamo il tema della sostenibilità economica… In un modello in cui le aziende vendono meno prodotti (perché restano di più nel ciclo economico – 2° principio - e molti di essi vengono condivisi – 3° principio), dove le imprese potranno ricercare nuove entrate economiche?
I prodotti avranno costi intrinseci più alti e venderanno sempre più servizi premium: oggi il futuro è dei servizi aggiunti, dell’innovazione intellettuale, dell’applicazione di un corretto regime fiscale (inclusa un IVA più bassa per i prodotti circular). Questo è il segmento dove le aziende dovranno compensare la riduzione delle vendite dovute al life-extension e alla massimizzazione del valore d’uso. Invece che comprare il trapano, ci sarà la cassa di sicurezza di condominio, creando così anche la figura del riparatore di condominio che può essere formato e gestito dalla stessa compagnia che oggi vende solo un trapano. Inoltre noi potremo fare più cose senza necessariamente possedere gli oggetti per svolgere queste azioni. Potremo avere tutti un’attrezzatura da bricoleur, con un corso di formazione a pagamento magari, condividendo con un quartiere o un condominio questo spazio. I soldi che risparmiamo da avere tutta l’attrezzatura aprono una possibilità di spesa su un servizio. Gli esempi possono essere tantissimi. Devono essere le imprese a vedere questa opportunità.
I 4 modelli di business dell’Economia Circolare
Fonte: Emanuele Bompan - Che cosa è l’Economia Circolare
4. Domanda: Ad oggi il concetto di economia circolare ha avuto una buona diffusione mediatica ed anche l’UE la sta incentivando (EU Action Plan for the Circular Economy)... Tuttavia, il progresso verso questo modello sembra ancora piuttosto lento. Quali sono gli ostacoli che rallentano questo importante e necessario passaggio?
Il principale ostacolo è l’avere tutt’oggi una visione ristretta dell’Economia Circolare associandola al solo riciclo di materiale. Occorre una visione più ampia, che comprenda i tre principi dell’Economia Circolare e che porti verso un economia sostenibile in termini economici, ambientali e sociali. Occorre coraggio e audacia nel proporre ed attuare un nuovo modo di vivere che superi le nostre barriere mentali che limitano le nostre capacità di sviluppo verso un’economia veramente sostenibile.
E in Italia?
Molti pensano che in Italia le cose non si stiano muovendo… Non è così! Qui le basi per innovare in questa prospettiva le abbiamo e come. L’Italia ha grande design, e un artigianato invidiabile. La nostra base imprenditoriale ha una capacità innata che va messa a frutto. Anche le istituzioni stanno iniziando a prendere seriamente il tema…Ma anche qui occorre più audacia!
“In futuro molto del lavoro oggi svolto dagli esseri umani sarà svolto dai robot e dall’Intelligenza Artificiale:
si lavorerà di meno. Alle persone spetterà scegliere se vivere con un reddito di base e coltivare le loro passioni oppure
accrescere il proprio reddito contribuendo in quei settori in cui la componente umana nel lavoro sarà ancora elevata…”
5. Domanda: Veniamo agli effetti sulle relazioni sociali. Oggi quasi tutto quello che facciamo ruota attorno ad un interesse economico e molte delle attività che facciamo le facciamo a scopo remunerativo. Cambia qualcosa con l’Economia Circolare?
Ad oggi è difficile pensare ad un mondo in cui la moneta e l’interesse economico perdano completamente di importanza. Probabilmente e in modo graduale usciremo dalla necessità del guadagno e dall’importanza del capitale almeno per quanto riguarda il soddisfacimento dei bisogni materiali ed immateriali di base. Vedete, oggi gli squilibri sono elevatissimi e questo è grave! L’1% della popolazione è stra-ricco, mentre gli altri 7 miliardi di persone fanno fatica a campare. L’economia del futuro dovrà compensare questo squilibrio sociale. Lo farà il reddito universale? Lo stanno proponendo diverse persone di spicco nel mondo imprenditoriale (Elon Musk) e scientifico (già proposto da Stephen Hawking e supportato da Tim Berners-Lee). Una cosa è certa, in futuro molto del lavoro oggi svolto dagli esseri umani sarà svolto dai robot e dall’Intelligenza Artificiale: si lavorerà di meno. Alle persone spetterà scegliere se vivere con un reddito di base e coltivare le sue passioni oppure accrescere il suo reddito contribuendo in quei settori in cui la componente umana nel lavoro sarà ancora elevata (come designer o programmatore ad esempio).
6. Domanda: Quali sono i settori maggiormente toccati dall’Economia Circolare e in che modo stanno evolvendo verso l’Economia Circolare?
Un po’ tutti. Da un punto di vista internazionale il packaging, la moda, l’automotive e l’edilizia. C’è poi tutto il discorso della bioeconomia che riguarda l’utilizzo del materiale organico.
“Politici, designer, centri di formazione sono tutti fattori che
possono influenzare il successo o meno dell’economia circolare.”
7. Domanda: In quali Paesi il modello dell’Economia Circolare sta prendendo maggiormente piede?
Finlandia, Norvegia, Olanda, Slovenia, Svezia e Cina. Seguono Italia, Germania, Francia e il resto dell’Europa. Svezia, Finlandia e Norvegia sono molto forti nella Bioeconomia, nel settore della legna. Si sta inoltre cercando di incentivare i paesi extra-europei a seguire questa strada.
Quali sono i fattori che portano un Paese piuttosto che un altro ad essere Circular Economy-friendly?
Si tratta innanzitutto di Paesi che hanno iniziato a guardare la questione prima. Finlandia e Olanda ne hanno fatto una priorità strategica per il Paese. Politici, designer, centri di formazione sono tutti fattori che possono influenzare il successo o meno dell’economia circolare.
E in Italia? Come stiamo procedendo?
L’Italia ha un piano strategico per l’Economi Circolare realizzato dal ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero dell’Ambiente del passato governo in attesa di realizzazione. Ottimo il lavoro a riguardo svolto dalla relatrice italiana del Pacchetto sull’Economia Circolare, Simona Bonafè. Anche il mondo finanziario sta iniziando a prendere sul serio il tema… Intesa Sanpaolo ha creato ad esempio un centro apposito per lo studio di prodotti adatti all’economia circolare (Innovation Center for Circular Economy). L’Italia ha fatto molto a livello territoriale con i progetti europei life per la transizione verso l’economia circolare.
8. Domanda: Da quali ambiti della popolazione riscontri il maggiore interesse verso questo modello (accademico, giovani imprenditori, imprese stabili, politici, persone normali etc….)?
Vedo molto interesse nel mondo del design (accademico e professionale), nel settore dell’industria chimica e in quello dei rifiuti. La politica in Italia guarda con interesse il tema un po’ in tutti i partiti, nel centro-destra, nel PD, nel M5S. Il mondo accademico in Italia può fare di più…stanno nascendo i primi master sul tema e sicuramente ne nasceranno altri. E’ ancora presto per parlare di diffusione di massa del concetto….
“L’acqua diventa un bene sempre più prezioso e che può essere oggetto di contesa.”
9. Domanda: Oltre a un libro sull’economia circolare, hai anche scritto un testo sull’acqua: “Water grabbing.” Che cosa sostieni in questo libro?
Questo libro nasce dalla necessità di raccontare il tema dell’accaparramento della risorsa più importante che c’è: l’acqua! Oggi la richiesta d’acqua cresce… sempre più persone hanno accesso al consumo di carne, la cui produzione ha un tasso di consumo idrico superiore ad altri alimenti. Dall’altro, l’offerta si riduce! Il Cambiamento Climatico e l’inquinamento delle falde e dei fiumi ne stanno riducendo la disponibilità. In altre parole, l’acqua diventa un bene sempre più prezioso e che può essere oggetto di contesa. In questo libro abbiamo voluto raccontare l’accaparramento delle risorse idriche: il sistema delle privatizzazioni, delle grandi infrastrutture, dell’impatto del cambiamento climatico, della cattiva gestione delle risorse idriche. Delineiamo cosa andrebbe fatto a livello internazionale, nazionale e locale per evitare che si scatenino crisi economiche, crisi idriche e conflitti per questa risorsa.

10. Domanda: Il Mondo dopo Parigi. Titolo di un altro tuo libro. Come interpreti il mondo dopo Parigi?
E’ un libro che ho curato e che ha visto la partecipazione di moltissimi collaboratori in Italia che hanno analizzato l’accordo di Parigi, firmato nel 2015 da quasi tutti (190) i Paesi del mondo e che ha dato impulso ad una serie di iniziative economiche e politiche volte 1) a mitigare gli effetti del Cambiamento Climatico, decarbonizzando il mondo e quindi tagliando le emissioni, e 2) ad adattarsi agli effetti già in atto.
E’ un accordo in qualche modo controverso. Poteva essere migliore, vincolante e coinvolgere anche la società civile. E’ comunque storico in quanto coinvolge tantissimi Paesi e rappresenta una base importante per lavorare, promuovere energie pulite, processi di adattamento e che in qualche modo sta dando i suoi frutti. La sua effettiva efficacia? Potremmo meglio saperlo nel 2020, nel 2030 e successivamente quando si farà un monitoraggio sui risultati ottenuti. L’augurio è che l’Italia faccia la sua parte. I governi precedenti sono stati un po’ timidi in tema di decarbonizzazione. Mi auguro che i prossimi governi mettano l’economia circolare e il Cambiamento Climatico al centro delle proprie politiche.
“Informazione ed audacia! Non avete paura di essere i leader che
cavalcano questi nuovi modelli di fare impresa ed economia. Siate innovativi e dinamici, sappiate cogliere pienamente questa
trasformazione.”
11. Domanda: Che cosa consigli alle nuove leve imprenditoriali? E soprattutto che cosa consigli agli attuali e ai futuri politici italiani e di altri Paesi?
Informazione ed audacia! Non avete paura di essere i leader che cavalcano questi nuovi modelli di fare impresa ed economia. Siate innovativi e dinamici, sappiate cogliere pienamente questa trasformazione.
Ai politici? Non basta la conoscenza economica e giuridica di base! Abbiate la saggezza di informarvi sulla sostenibilità e su questa parte importante della sostenibilità che è l’economia circolare.
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