Enrica Arena - Orange Fiber

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INTERVISTA CON Enrica Arena
(Co-fondatrice dell’azienda tessile eco-sostenibile ‘Orange Fiber’)      
 

“QUANDO IL CAPO DI ABBIGLIAMENTO VIENE DALLE BUCCE DI ARANCIA

Premessa

L'industria tessile (la fashion industry) è una delle più redditizie e allo stesso tempo inquinanti della Terra. Produce un fatturato annuo di 1.500 miliardi di euro e oltre un miliardo di vestiti all’anno. Se si pensa poi che la produzione mondiale di indumenti è destinata ad aumentare del 63% entro il 2030, appare ovvio che l’industria tessile avrà un impatto sempre maggiore sull’ambiente e sull’ecosistema terrestre. In questa prospettiva stanno nascendo diverse iniziative che tendono a modificare il modo in cui è concepito il processo produttivo e di consumo nel settore tessile. Una di queste è Orange Fiber, un'azienda tessile ecosostenibile che ha brevettato e produce tessuti eco-friendly dai sottoprodotti agrumicoli, attraverso un innovativo processo di estrazione della cellulosa d’agrumi atta alla filatura. Come nasce Orange Fiber? Perché usare fibre innovative nella produzione di capi di abbigliamento? Quanto è sostenibile il settore dell’Alta Moda? E’ possibile coniugare sostenibilità, qualità ed estetica nell’Alta Moda? Enrica Arena, co-fondatrice di Orange Fiber, ha risposto a queste e ad altre domande.

Enrica Arena: Nata a Catania, laureata in Cooperazione Internazionale per lo sviluppo e in Comunicazione, ha maturato diverse esperienze nella comunicazione no-profit e nel project management che l’hanno vista un anno impegnata in Egitto come PR Specialist per la Bibliotheca Alexandrina e Project Assistant per UNDP-Egypt, dove ha scoperto la passione per l’imprenditoria sociale come motore di crescita e sviluppo. Si è unita al progetto Orange Fiber contribuendo a trasformarlo in realtà. Ora segue con Adriana Santanocito il project management ed è responsabile per la comunicazione, il fundraising, il commerciale e la partecipazione a bandi e concorsi nazionali ed internazionali.

Orange Fiber è una società tessile ecosostenibile, fondata da Adriana Santanocito ed Enrica Arena, che hanno brevettato e realizzato tessuti ecologici da sottoprodotti di agrumi, attraverso un innovativo processo di estrazione.

 

L’intervista è stata realizzata nel mese di agosto 2017 e pubblicata nel mese di aprile 2018 sul sito www.lteconomy.it
Oggetto: Produzione di capi di abbigliamento eco-sostenibili
 
L’intervista è stata realizzata da:

Grazia Giordano (Collaboratrice volontaria presso Long Term Economy)

Ringraziamenti
Si ringraziano Dario Ruggiero (Fondatore della Long Term Economy, GGA, Italy), per aver contribuito a formulare le domande.
 
 
 
 

Highlight 

  • Secondo dati aggiornati, in Italia ogni anno si producono circa 1 milione di tonnellate di pastazzo, un sottoprodotto che finora ha rappresentato un problema per l’intera filiera agrumicola a causa dei suoi elevati costi di smaltimento... Orange Fiber nasce dalla voglia di fare qualcosa per la nostra terra, dall’esigenza di trasformare un problema in una risorsa economica..

  • Grazie al processo da noi brevettato, siamo in grado di sfruttare il pastazzo per l’estrazione della cellulosa d’agrumi atta alla filatura, trasformando così un sottoprodotto in un tessuto di altissima qualità capace di soddisfare le esigenze di sostenibilità e innovazione della moda.

  • A dicembre 2015, grazie all’accesso al finanziamento Smart&Start di Invitalia (Ministero dello Sviluppo Economico) abbiamo inaugurato il nostro primo impianto pilota in Sicilia.

  • Ripensare il settore e aumentare la consapevolezza dei brand e dei consumatori circa l’impatto sociale e ambientale delle loro scelte è indispensabile. Crediamo, in particolare, che bisognerebbe definire nuovi modelli di business improntati alla circular economy.

  • Lo scorso 22 aprile 2017, in occasione della Giornata della Terra, è stata presentata la prima collezione moda realizzata con i nostri esclusivi tessuti da agrumi dalla celebre e storica maison fiorentina Salvatore Ferragamo: la Ferragamo Orange Fiber Collection.

  • Il problema dello smaltimento del sottoprodotto dell’industria di trasformazione agrumicola è globale, con ben 15,6 milioni di tonnellate l’anno di sottoprodotto da smaltire nel mondo, e 1 milione di tonnellate ogni anno in Italia... Questo, potenzialmente, ci permetterà di allargare i nostri orizzonti e portare il nostro prodotto da un mercato di nicchia al mass market.

  

 
Domanda 1. Gentile Enrica Arena, grazie per essere con noi. Lei è la co-fondatrice di Orange Fiber, un'azienda tessile innovativa in grado di ricavare tessuti (cruelty-free) dalla cellulosa delle bucce degli agrumi. Come è nata questa idea? Quali sono gli obiettivi della sua azienda e a chi si rivolge?
 
Nel 2011, Adriana Santanocito - ideatrice & Co-Founder di Orange Fiber – durante i suoi studi in Fashion Design e materiali innovativi all’AFOL Moda di Milano, intercetta il trend dei tessuti sostenibili e decide di approfondire l’argomento nella sua tesi. Parallelamente, entrando in contatto con i produttori di agrumi, rimane molto colpita dalla sofferenza del settore - le cui arance faticano ad entrare sul mercato. Con la voglia di innovare la tradizione tessile italiana e fare qualcosa che portasse valore alla propria terra, inizia a ragionare sull’ipotesi di utilizzare gli agrumi per creare tessuti sostenibili per la moda. Dalla teoria riesce ben presto ad arrivare alla pratica e dopo aver provato la fattibilità del processo con il laboratorio di Chimica dei Materiali del Politecnico di Milano, deposita il brevetto italiano, esteso poi in PCT internazionale nel 2014.
 
È durante lo sviluppo del processo che scopre l’altra grave questione che affligge il settore agrumicolo siciliano: lo smaltimento dei sottoprodotti della spremitura – ovvero di tutto quello che resta dopo la produzione industriale di succo - che vale circa 1 milione di tonnellate l’anno in Italia - e la cui gestione comporta ingenti costi economici per le industrie di trasformazione e ambientali per la mancanza di modi sostenibili per smaltirlo. A quel tempo condividevamo la stessa casa a Milano, città in cui io vivevo per studiare cooperazione internazionale, immaginando un futuro nell’imprenditoria sociale. Mi parlò della sua idea e ne rimasi colpita: la sostenibilità ci ha unite e da quel giorno lavoriamo fianco a fianco ad Orange Fiber.
 
I filati e i tessuti di ‘Orange Fiber’
Fonte: Orange Fiber
 
 
Domanda 2. Perché ha puntato sulle fibre delle bucce d’arancia e non su altre più diffuse fibre naturali?
 
Secondo dati aggiornati, in Italia ogni anno si producono circa 1 milione di tonnellate di pastazzo, un sottoprodotto che finora ha rappresentato un problema per l’intera filiera agrumicola a causa dei suoi elevati costi di smaltimento, sia in termini economici (per le industrie di succhi) che in termini ambientali. Orange Fiber nasce dalla voglia di fare qualcosa per la nostra terra, dall’esigenza di trasformare un problema in una risorsa economica e portare l’innovazione e la sostenibilità all’interno del comparto tessile e manifatturiero italiano. Grazie al processo da noi brevettato, siamo in grado di sfruttare il pastazzo per l’estrazione della cellulosa d’agrumi atta alla filatura, trasformando così un sottoprodotto in un tessuto di altissima qualità capace di soddisfare le esigenze di sostenibilità e innovazione della moda. Le varianti di tessuto finora prodotte comprendono un raso e un popeline - ottenuti mixando il nostro esclusivo filato insieme alla seta comasca e al cotone - e un twill 100% Orange Fiber, impalpabile e leggero, simile alla viscosa. I nostri tessuti sono di colore bianco naturale ed è possibile poi stamparli, colorarli e lavarli come i tessuti tradizionali.
 
 
Domanda 3. La sua azienda si avvale di processi produttivi e macchinari innovativi e peculiari? È richiesto un know-how particolare rispetto a quello delle aziende tradizionali?
 
Nel 2012, con la collaborazione del Politecnico di Milano, abbiamo sviluppato - ed in seguito brevettato in Italia e all’estero - un innovativo processo che consente la trasformazione del sottoprodotto agrumicolo in tessuto. Esso permette di sfruttare le potenzialità di quello che in gergo si chiama pastazzo - ossia il residuo umido che resta al termine della produzione industriale del succo di agrumi - per l’estrazione della cellulosa d’agrumi atta alla filatura, trasformando così uno scarto in una nuova risorsa per il rilancio del settore tessile Made in Italy e contribuendo al contempo alla risoluzione del problema dello smaltimento del sottoprodotto del settore agrumicolo. Abbiamo validato il processo convertendo una linea di produzione di un impianto di trasformazione agrumicola e abbiamo prodotto i primi prototipi industriali. A dicembre 2015, grazie all’accesso al finanziamento Smart&Start di Invitalia (Ministero dello Sviluppo Economico) abbiamo inaugurato il nostro primo impianto pilota in Sicilia che ci consente di ottimizzare la logistica e produrre il nostro esclusivo prodotto. Quindi la risposta alla sua domanda è si: proprio in virtù del suo carattere innovativo, la gestione, l’ottimizzazione e lo sviluppo del nostro processo produttivo richiede un know-how particolare rispetto a quello delle aziende tessili tradizionali, figure professionali formate e specializzate a tal scopo e una continua attività di R&D.
 
 
Domanda 4. Orange Fiber è un lodevole esempio pratico della cd. ‘Economia Circolare:’ valorizza un sottoprodotto industriale destinato altrimenti ad essere un rifiuto. Quanto ritiene sia importante questo nuovo modello per la sostenibilità nel settore Moda? In quali fasi e in che modo potrebbe essere perseguito l’obiettivo della sostenibilità in questo settore?
 
È fondamentale. La moda e la sua filiera produttiva sono la seconda industria più inquinante al mondo dopo quella del petrolio. Ripensare il settore e aumentare la consapevolezza dei brand e dei consumatori circa l’impatto sociale e ambientale delle loro scelte è indispensabile. Crediamo, in particolare, che bisognerebbe definire nuovi modelli di business improntati alla circular economy, scegliere materiali sostenibili prodotti in modo responsabile, integrare tecnologie e prodotti all’avanguardia, creare una filiera trasparente e certificata, monitorare e migliorare i processi produttivi, promuovere innovazioni responsabili che coniughino etica ed estetica e infine educare e sensibilizzare i consumatori verso un consumo responsabile.
 
 
I filati e i tessuti di Orange Fiber
Fonte: Orange Fiber
 
 
Domanda 5. La realizzazione del tessuto Orange Fiber è stato preceduto da un’approfondita fase di ricerca e sviluppo del progetto in collaborazione con il Politecnico di Milano. Quanto è importante, secondo lei, la ricerca scientifica per migliorare l’eco-sostenibilità nell’industria tessile? Le università e i centri di ricerca italiani si stanno orientando efficacemente in questa direzione?
 
Il sogno di Adriana Santanocito - ideatrice del progetto - è sempre stato quello di portare valore alla propria terra attraverso la creazione di un nuovo materiale per la moda - la sua grande passione.
 
Nel corso dei suoi studi in Fashion Design, Adriana intercetta il trend dei tessuti sostenibili e parallelamente, entrando in contatto con i produttori di succhi da agrumi scopre che in Sicilia vi era un problema molto sentito: lo smaltimento dei sottoprodotti dell’industria agrumicola – ovvero tutto quello che resta dopo la spremitura – e che ammonta a circa 1 milione di tonnellate l’anno. E’ così che ha l’idea di recuperare gli scarti della filiera per creare tessuti sostenibili per la moda.
 
Rivolgersi alla ricerca scientifica è stata una tappa obbligata per passare dalla teoria alla pratica. Lo studio di fattibilità - condotto in collaborazione con il laboratorio di Chimica dei Materiali del Politecnico di Milano - ha richiesto grande impegno e sacrificio, ma alla fine ha dato i suoi frutti, o meglio, le sue fibre.
Ricerca scientifica e moda dunque, un connubio inaspettato che ha guidato sin dall’inizio il nostro progetto permettendoci di sviluppare il primo tessuto al mondo dagli agrumi e che crediamo sia fondamentale per rivoluzionare l’industria tessile in chiave sostenibile e innovativa.
 
Negli ultimi anni la sensibilità verso i temi della sostenibilità ambientale sta crescendo in maniera esponenziale e sono sempre più le università e i centri di ricerca italiani che si stanno orientando in questa direzione, come dimostra la storia del nostro progetto. Ci auguriamo che questo possa essere un trend in crescita e che i risultati della ricerca scientifica italiana possano contribuire in maniera significativa a dar vita ad un modello virtuoso da promuovere e replicare sulla scena economica internazionale.
 
 
Domanda 6. La sua azienda è stata fondata nel 2014. E’ aumentata la domanda dei vostri prodotti da allora? Quali sono i vostri canali comunicativi?
 
La nostra Orange Fiber ha suscitato e continua a suscitare molta curiosità e interesse da parte di aziende, brand e imprenditori appartenenti ai settori più disparati, dalla moda al tessile casa, dal packaging alle automotive. Dal 2014 tramite il nostro sito internet, i canali social e la partecipazione ad eventi di settore, abbiamo raccolto numerose manifestazioni d’interesse da diversi marchi di moda italiani e stranieri, a testimonianza della grande attenzione da parte del comparto moda per i nuovi materiali, innovativi e sostenibili.
 
 
La “Ferragamo Orange Fiber Collection” per la primavera-estate 2017
Fonte: Orange Fiber
 
 
Domanda 7. Per la primavera-estate 2017 è stata lanciata la “Ferragamo Orange Fiber Collection”, che unisce l’innovazione, il design e la creatività italiana con l’altissima qualità dei tessuti Orange Fiber. Come sono stati accolti i vostri prodotti?
 
Lo scorso 22 aprile 2017, in occasione della ‘Giornata della Terra,’ è stata presentata la prima collezione moda realizzata con i nostri esclusivi tessuti da agrumi dalla celebre e storica maison fiorentina Salvatore Ferragamo: la Ferragamo Orange Fiber Collection. Salvatore Ferragamo ha colto per primo le potenzialità del nostro tessuto da agrumi, dando vita ad una daily-wear Capsule Collection, elegante, fresca e contemporanea perfetta per la primavera-estate 2017. Nata dall’amore per l’innovazione, il design e la creatività italiana, questa collaborazione rappresenta un importante traguardo per la nostra azienda e il primo grande passo all’interno del mercato della moda internazionale. I feedback ricevuti sono più che positivi. L’eleganza, la mano setosa, l’origine e la sostenibilità dei nostri tessuti catturano l’attenzione e conquistano il favore dei consumatori che hanno acquistato i capi della capsule nei flagship store Salvatore Ferragamo e on-line, a dimostrazione della crescente attenzione verso i temi della sostenibilità ambientale anche nel settore moda.
 
 
Domanda 8. L’industria tessile tradizionale è in grado di coprire tutte le fasce sociali della popolazione, fornendo capi accessibili a tutti. Crede che i prodotti ottenuti secondo il processo produttivo di Orange Fiber, o processi similari (in linea con l’economia circolare), potranno in futuro soddisfare le esigenze della massa e di tutte le fasce sociali? O il vostro rimarrà un prodotto d’élite? In altre parole, si potrà fare a meno dell’attuale sistema produttivo tessile non sostenibile?
 
Orange Fiber è un’azienda B2B nata per rispondere alle nuove esigenze di innovazione e sostenibilità dell’industria della moda con un tessuto elegante e d qualità, capace di unire etica ed estetica e conservare intatte le risorse del pianeta per le generazioni future. In questa fase, ci rivolgiamo principalmente ai Luxury Fashion Brand attenti ai temi della sostenibilità ambientale e dell’innovazione di prodotto. La condivisione dei valori etici e la cura dell’estetica del prodotto alla base della nostra azienda, consentono di tessere dei legami con i nostri clienti che vanno oltre gli scopi commerciali fino a divenire un vero e proprio progetto comune, una visione ed un impegno a ridisegnare insieme il futuro della moda in chiave sostenibile. Per il futuro prevediamo di continuare a migliorare e scalare il nostro processo sul modello dell’economia circolare e diventare più competitivi nel mercato tessile (tradizionale e non), allargando così il nostro bacino clienti fino a includere anche altri settori e attori. Il problema dello smaltimento del sottoprodotto dell’industria di trasformazione agrumicola è globale, con ben 15,6 milioni di tonnellate l’anno di sottoprodotto da smaltire nel mondo, e 1 milione di tonnellate ogni anno in Italia. Le possibilità di replicare e scalare il nostro processo sono dunque notevoli e applicabili in tutti i Paesi trasformatori di agrumi. Questo, potenzialmente, ci permetterà di allargare i nostri orizzonti e portare il nostro prodotto da un mercato di nicchia al mass market, contribuendo così alla diffusione di un nuovo modello produttivo sostenibile per la filiera tessile.
 
 
Domanda 9. Quali sono i suoi progetti per il futuro? Pensa di estendere la tecnologia di Orange Fiber all’utilizzo di scarti da altri tipi di frutta?
 
Il processo da noi brevettato consente la creazione di tessuti da tutti i tipi di agrumi, dall’arancia al limone, dal pompelmo al bergamotto. Attualmente stiamo lavorando all’ottimizzazione del processo di produzione e allo sviluppo di diverse tipologie di tessuti a partire dagli agrumi, un materiale innovativo con enormi potenzialità e molteplici ambiti applicativi da esplorare. Nel medio termine prevediamo di continuare a testare, migliorare e scalare la nostra idea di business. Il nostro sogno è diventare l’azienda leader italiana nel segmento dei tessuti sostenibili attraverso una produzione ‘green’ di tessili cellulosici da fonti rinnovabili e creare un marchio tessile altamente riconoscibile e differenziato dagli altri per l’impegno nella tutela dell’ambiente e la trasparenza dell’intera catena di produzione.

 

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