Ferdinando Boero

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INTERVISTA CON Ferdinando Boero
(Professore di Zoologia e Biologia Marina, autore del libro Economia senza natura. La grande truffa)

Premessa

L’establishment economico e politico mondiale punta in modo inequivocabile sempre e costantemente alla crescita del PIL. Diverse associazioni non governative, ecologisti ed economisti ecologisti, obiettano questo sistema, considerandolo distruttivo per il nostro pianeta. Ferdinando Boero, ecologo ed autore del libro Economia senza natura. La grande truffa, spiega in modo semplice perché l’economia creata dall’uomo (l’economia senza natura) genera più danni che benefici e perché essa ci deruba dei nostri beni più importanti, rappresentati dal capitale naturale. Quale è l’attuale maggiore minaccia all’ecosistema terrestre? Perché l’uomo è una delle specie a maggior rischio oggi? Perché l’economia creata dall’uomo è una truffa? Cosa ci aspetta se non si cambia il modo di prendere le decisioni? Ferdinando Boero ha risposto a queste e ad altre domande.

Ferdinando BOERO:  Genovese, del 1951, vive a Lecce dal 1987, dove è professore di Zoologia presso l’Università del Salento. E’ associato all’istituto di Scienze Marine del CNR. Fa parte dei consigli scientifici di: Stazione Zoologica di Napoli, WWF-ITALIA, Pro Natura, Mare Vivo, Coldiretti. Si interessa di biodiversità marina e funzionamento degli ecosistemi, con particolare riguardo alle meduse. Collabora con La Stampa, Le Scienze, e altre testate nazionali e locali, con un’intensa attività di divulgazione dei risultati delle sue ricerche.

Economia senza natura. La grande truffa: Il libro è incentrato su una cosa molto semplice. Noi tendiamo a far aumentare il capitale economico, e ci concentriamo su questo. Non teniamo conto della conseguente erosione del capitale naturale. Se in un’analisi costi-benefici si mostrano solo i benefici (la crescita del capitale economico) e non si mostrano i costi (l’erosione della natura). ‘Se qualcuno ci nasconde i costi delle nostre scelte, quel qualcuno ci sta truffando.’ Il paradigma della crescita infinita, proposto dalla economia dominante, è una truffa, perché nasconde, esternalizzandoli, i costi derivanti dalla distruzione della natura.

 

INTERVISTA - (aprile 2015)

Intervista realizzata nel mese di aprile 2015 e pubblicata nel mese di maggio 2015 
Oggetto: Economia ed Ecologia – perché l’economia senza natura genera problemi nel lungo termine


 
 

Highlight 

  • La nostra specie è aumentata moltissimo e lascia un’impronta ecologica che mina il funzionamento degli ecosistemi che ci sostengono. Quando avremo esagerato nel prendere quel che ci serve, la natura non sarà più in grado di darcelo.

  • Le specie a maggior rischio sono ‘quelle che hanno maggiore successo,’ perché il successo è la premessa del fallimento dovuto alla distruzione per consumo delle risorse che sostengono la specie, da parte della specie stessa.

  • Una legge di natura dice che ‘se qualcosa cresce, qualcos’altro decresce.’ La nostra economia cresce erodendo la natura.

  • La grande truffa è di nascondere i costi della distruzione del capitale naturale e mostrare solo i benefici della crescita del capitale economico.

  • Abbiamo ingaggiato una lotta con la natura, ma senza la natura noi non possiamo vivere. E quindi questa è una lotta contro noi stessi. E saremo noi a lasciarci la pelle, certamente non la natura.

 
 
 
Domanda 1: Salve professore Boero, lei è esperto di Ecologia e professore di Zoologia presso l’Università del Salento. Prima di addentrarci nel contenuto del suo libro, può dirci quale è, a suo avviso, oggi la maggiore minaccia per gli ecosistemi naturali e quindi per la sopravvivenza dell’uomo su questo pianeta?
 
Risposta
 
La maggiore minaccia siamo ‘noi!’ Ma lo siamo soprattutto per noi stessi. Le specie tendono tutte ad aumentare, ma non tutte possono farlo, ci insegna Darwin, altrimenti il mondo non le potrebbe contenere. La nostra specie è aumentata moltissimo e lascia un’impronta ecologica che mina il funzionamento degli ecosistemi che ci sostengono. Quando avremo esagerato nel prendere quel che ci serve, la natura non sarà più in grado di darcelo. E senza il supporto della natura la nostra vita non esiste. O lo capiamo, o faremo la fine di molte altre specie di successo, nel passato: tipo i dinosauri. Le specie a maggior rischio sono quelle che hanno maggiore successo, perché il successo è la premessa del fallimento dovuto alla distruzione per consumo delle risorse che sostengono la specie, da parte della specie stessa.
 
 
Domanda 2: Il titolo del suo ultimo libro è  Economia senza natura. La grande truffa. Può chiarire la differenza tra ‘economia della natura’ ed ‘economia senza natura’ e  cosa intende per ‘grande truffa?’
 
Risposta
 
Semplice. L’economia inventata dagli uomini ha un obiettivo ben preciso: la crescita del capitale economico. Esiste anche un capitale naturale, e lo studia l’economia della natura, che altro non è che il nome usato da Darwin per definire quella che Haeckel poi chiamò ecologia. Una legge di natura dice che ‘se qualcosa cresce, qualcos’altro decresce.’ La nostra economia cresce erodendo la natura. Lo abbiamo sempre fatto. Abbiamo cancellato le popolazioni naturali, e le abbiamo sostituite con le popolazioni delle piante e degli animali che coltiviamo e alleviamo. Ora lo stiamo facendo anche in mare, e passiamo dalla pesca all’acquacoltura perché stiamo per distruggere le popolazioni naturali dei pesci. Bruciamo combustibili, consumiamo ossigeno e produciamo anidride carbonica, e con questo facciamo cambiare il clima, rendendocelo ostile. La grande truffa è di nascondere i costi della distruzione del capitale naturale e mostrare solo i benefici della crescita del capitale economico. Questa truffa è fatta in modo cosciente, perché i costi ambientali sono “esternalizzati”, cioè sono messi fuori, all’esterno, delle analisi costi-benefici. Non considerarli e basta potrebbe essere un errore dovuto a ignoranza, ma in questo caso, se si esternalizzano vuol dire che si sa che ci sono, e si nascondono. Questa io la chiamo truffa.
 
 
Domanda 3: Nella premessa al suo libro lei scrive: ‘Se infrangiamo le leggi della natura a favore di quelle dell'economia, la natura ce la farà pagare cara, carissima. Anche in termini economici.’ Può darci qualche esempio concreto dei danni (economici e non) che ci troviamo (e troveremo) a pagare per aver infranto tali leggi?
 
Risposta
 
Le spese sostenute per rimediare ai danni del cambiamento climatico sono enormi, anche in termini di vite umane. Inondazioni, cicloni, ondate di calore, freddi estremi, sono causa di catastrofi naturali sempre più frequenti. Tutto questo porta a una diminuzione dei benefici che traiamo dalla natura. I costi sono immani.
 
 
Domanda 4: Secondo il Global Footprint Network, oggi l’impronta ecologica dell’uomo supera di gran lunga la biocapacità della Terra. In particolare, ‘occorrerebbe un pianeta grande 1 volta e mezzo la Terra per sostenerci.’ Ci può spiegare quali sono (e quali saranno) le conseguenze di tutto questo?
 
Risposta
 
Di solito, quando una specie usa una risorsa in modo troppo intenso la fa diminuire e la diminuzione della risorsa porta ad una diminuzione delle popolazioni della specie che l’ha depauperata. Questo permette che la risorsa si rigeneri e può portare a far rifiorire la specie che la utilizzava. Noi siamo una specie tecnologica e riusciamo a prelevare le risorse fino all’ultima goccia, fino a non lasciare più nulla. Ma, a forza di non lasciare più nulla, non rimane più nulla. E se non rimane più nulla si perdono le premesse per la nostra sopravvivenza. Continuiamo a inventare nuovi modi per spremere sempre di più la natura. Ma ci sono limiti. Dobbiamo imparare a vivere in armonia con la natura, come simbionti mutualisti e non come predatori. Altrimenti la pagheremo cara. Abbiamo ingaggiato una lotta con la natura, ma senza la natura noi non possiamo vivere. E quindi questa è una lotta contro noi stessi. E saremo noi a lasciarci la pelle, certamente non la natura.
 
 
Domanda 5: Un grande ecologista del 1900 (Edward Goldsmith) sosteneva che ‘quanto più complesso e diversificato è un sistema, tanto più resiliente è rispetto agli shock esterni.’ Secondo lei l’ecosistema terrestre sta subendo una riduzione della complessità? Andando più nello specifico, quali sono le specie più importanti a rischio? In particolare, si parla molto dell’importanza delle api la cui esistenza è messa in pericolo da diversi fattori. Che ne pensa a riguardo?
 
Risposta
 
Prima di Goldsmith lo ha detto qualcuno di ben più autorevole: Charles Darwin. Lo ripeto, non mi preoccupo delle altre specie. Mi preoccupo della nostra. Siamo noi la specie a rischio. Il nostro grande successo è il prologo del nostro insuccesso.
 
 
Domanda 6: Nel suo libro lamenta molto l’assenza dell’ecologia nel sistema educativo. Lei sostiene che è inconcepibile che un’economista o un ingegnere prendano decisioni su aspetti che hanno un forte impatto ambientale senza conoscere alcunché di ecologia. Che cosa propone per rendere tali professionisti, e più in generale, l’intera popolazione, più dotti e sensibili sulla ecologia?
 
Risposta
 
Lo ha detto Benedetto XVI: ‘bisogna mettere l’ecologia nelle materie che si insegnano a scuola.’ E’ la materia più importante. E tutti devono studiarla anche all’università. Dalle elementari all’università. Ne va della nostra sopravvivenza. Non puoi rispettare e difendere ciò che non conosci.
 
 
Domanda 7: Economia ed ecologia possono convivere e in che modo? Quali sono i settori (energia, agricoltura, manifatturiero, turismo etc…) in cui bisognerebbe intervenire in modo maggiore per riguadagnare la sostenibilità ecologica dell’economia?
 
Risposta
 
Bisogna intervenire su tutti i settori, con un cambiamento culturale totale. Abbiamo tutto da guadagnare nel non distruggere il capitale naturale dal quale dipendiamo in modo totale. Abbiamo tutto da perdere a distruggerlo. Ma attualmente le scale di valori ci chiedono di fare esattamente il contrario. Non si può agire in modo più stupido. E lo stiamo facendo.