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Global Risk Report 2018: i rischi ambientali e tecnologici dominano lo scenario

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Spesso riteniamo che il nostro pianeta (o almeno la nostra civiltà) stia correndo dei rischi seri, e che la sua esistenza sia in qualche modo minacciata, ma abbiamo delle difficoltà nell'identificare con precisione quali sono questi rischi per affrontarli come si deve. Allora dobbiamo chiederci: 1) Quali tra questi rischi sono più probabili? 2) Quali rischi hanno un impatto maggiore? A queste domande dà una risposta il World Economic Forum con il Global Risk Report, un indagine che raccoglie le opinioni di esperti e leader sui rischi che stiamo correndo. Questa pubblicazione ha ormai raggiunto la 13° edizione. Un risultato che emerge e che vale la pena evidenziare è un fatto di sostanza: mentre prima del 2011 erano i rischi economici a fare maggior paura, adesso le cose sono cambiate, e, fatta eccezione per il solo 2015, in tutti gli anni successivi al 2011 sono stati i rischi ambientali a dominare lo scenario e nell’edizione del 2018 sono stati affiancati da quelli tecnologici. E’ possibile che il rischio ambientale stia diventando qualcosa di ‘reale?’ Una minaccia non più potenziale, ma qualcosa che dobbiamo affrontare nell’immediato? Quanta paura dobbiamo avere dei rischi informatici?

 
 (a cura di Dario Ruggiero)
 
 
Global Risk 2018: aumenta la percezione dei rischi ambientali
 
Ogni anno il Global Risks Report collabora con esperti e leader di tutto il mondo per identificare e analizzare i rischi più urgenti da affrontare. In base ai risultati di questo sondaggio, il clima e la tecnologia sono i rischi maggiormente sentiti nel 2018. Ancora più importante è il fatto che fino al 2011 i ‘rischi economici’ hanno dominato lo scenario, ma successivamente sono emersi i veri problemi dell'attuale civiltà: l'imminente crisi ecologica e la crescente dipendenza dalla tecnologia. In effetti, tre dei rischi ambientali esaminati si sono posizionati al vertice della classifica rischi 2018: Eventi climatici estremi (1° in termini di probabilità e 2° in termini di impatto); Disastri naturali (2° e 3); Fallimente delle misure di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici (5 ° e 4 °). Questo non deve sorprendere perché:
 
- Settembre 2017 è stato il mese record per eventi climatici estremi, con l'Irlanda che ha affrontato la peggiore tempesta tropicale in oltre 50 anni;
- L'anno scorso è stato uno dei tre anni più caldi mai registrati, segnato da incendi importanti negli Stati Uniti, in Cile e in Portogallo;
- Esiste una probabilità del 5% per decennio che i disastri naturali possano causare un fallimento simultaneo della produzione di mais in Cina e negli Stati Uniti (che insieme rappresentano il 60% dell'offerta globale), portando a carestie e disagi diffusi;
- Nel 2017, ricercatori tedeschi hanno scoperto che negli ultimi 27 anni è stata registrata una caduta del 75% nella popolazione di insetti critici per i sistemi alimentari, sollevando i timori di un imminente Armageddon ecologico;’
- L'inquinamento è responsabile di un decesso su 10 a livello globale poiché il 90% della popolazione mondiale vive in aree con livelli di inquinamento atmosferico superiori alle linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Salute (OMS). Il rafforzamento delle megalopoli rafforzerà questa tendenza;
- Nel 2017, dopo 4 anni, le emissioni di CO2 sono tornate a crescere;
- Gli oceani continuano a surriscaldarsi e la loro capacità di assorbire CO2 potrebbe ridursi;
- Sfortunatamente, ad oggi si è fatto troppo poco per mitigare i cambiamenti climatici e ci sono poche speranze che questo cambierà presto.
 
 
Dall’altro lato, tra i rischi più probabili prendono quota gli attacchi informatici e il furto di dati. Questo è naturale se si pensa che gli attacchi informatici alle imprese sono quasi raddoppiati nel corso degli ultimi cinque anni ed incidenti informatici un tempo considerati straordinari stanno diventando sempre più comuni. Cresce inoltre l’impatto finanziario che tali violazioni informatiche comportano: l'attacco noto come WannaCry ha colpito 300.000 computer in 150 paesi; NotPetya ha causato perdite trimestrali di 300 milioni alle aziende interessate. Cresce infine la tendenza dell'utilizzo di attacchi cibernetici per colpire infrastrutture strategiche, sollevando il timore che il tutto possa innescare una rottura dei sistemi critici (sistema finanziario, elettrico, informatico etc…) su cui si reggono le nostre società.

Fonte: WEO - Global Risk 2018
 
 
 
GR 2018: i rischi probabili e a maggiore impatto
 
Osserviamo la mappa dei rischi nel 2018 e guardiamo la sua parte superiore. Scopriamo che il rischio più incisivo è ‘armi di distruzione di massa,’ ma la sua probabilità di accadimento è bassa. Subito dopo troviamo ‘eventi climatici estremi’ che rappresenta anche il primo rischio in termini di probabilità. Troviamo poi ‘disastri naturali’ e ‘fallimento nelle strategie di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici’ che sono anche tra i rischi più probabili. Quindi segue un rischio sociale: ‘crisi idrica.’ E poi uno tecnologico: ‘attacchi informatici.’ Entrambi sono posizionati nella parte in alto a sinistra della mappa, cioè sono sia ad elevato impatto che ad elevata probabilità. Gli altri tre rischi che meritano di essere menzionati sono: ‘crisi alimentari,’ ‘perdita della biodiversità,’ ‘migrazione involontaria su vasta scala.’ E’ evidente che, a parte i rischi di natura informatica, la maggior parte dei rischi più importanti sono in qualche modo legati alla crisi ecologica in atto.
 
 
 
Fonte: WEO - Global Risk 2018
 
 
Conclusione: Percezione o realtà?
 
L’executive summary del Global Risk 2018 si apre con queste parole:
 
Globalmente, le persone godono degli standard di vita più elevati nella storia umana. Eppure accelerazione e interconnessione in ogni campo dell'attività umana stanno spingendo le capacità di assorbimento di istituzioni, comunità e individui ai loro limiti. Questo sta mettendo a rischio il futuro sviluppo umano.’
 
È chiaro che anche la comunità economica internazionale sta riconoscendo che il nostro attuale sistema è vicino al collasso. Le alternative a nostra disposizione sono due: 1) continuiamo con l’attuale modello economico-sociale e aspettiamo che un tale collasso si verifichi; 2) Agiamo per impedire che questo collasso accada o quanto meno prepariamo un nuovo modello sociale che possa funzionare dopo il collasso ecologico, economico e sociale che sta per verificarsi.
 
 
 
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 Fonte: LTEconomy
 
 
Dario Ruggiero,
LTEconomy, 9 febbraio 2018
   
 
 
Graham Cluley (4th January, 2018); “Spectre? Meltdown? F*CKWIT? Calm down and make yourself some tea”
 
 
Dario Ruggiero (3 ottobre 2017), “L’era digitale: quanto protetta è la nostra proprietà digitale?”
 
 
Dario Ruggiero, (05 settembre 2017), "Lottiamo per un nuovo sistema: ad ottobre nasce la piattaforma-social www.ltemovement.org"
 
Emanuele Bompan, (agosto 2017), Intervista con Kate Raworth: L'Economia della Ciambella
 
Dario Ruggiero, (giugno 2017), '
Un'introduzione all’economia della “ciambella”, Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo', 
 
"Che cosa è la Long Term Economy," LTEconomy
 
 
Rosario Borrelli, (16 luglio 2017), "Da una costola della società moderna nasce il Movimento per un’Economia di Lungo Percorso", LTEconomy
 
Dario Ruggiero (a cura di), Intervista con David Lin (Global footprint Network, Direttore di Ricerca), "Come stoppare l'avanzata dell'Overshoot Day", LTEconomy
  

 

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