I 6 pilastri per un’Economia di Lungo Periodo

 
 
La Long Term Economy è ‘un nuovo modello economico’ che sposta l’attenzione degli attori economici (siano esse istituzioni, imprese o singoli individui) da un’ottica di breve periodo (che si dimostra estremamente dannosa per la conservazione delle risorse naturali, sociali e culturali nel lungo termine) ad un’ottica di lungo periodo. ‘Preservare le risorse naturali, sociali e culturali del territorio’ garantisce benessere economico a tutte le generazioni (presenti e future). Massimizzare il benessere attuale senza tener conto di quello futuro è il più grave atto che si può fare nei confronti dei nostri figli e dei figli dei nostri figli.
 
La realizzazione della Long Term Economy prevede di intervenire su 6 pilastri:
 
I 3 settori produttiviAgricolturaManifatturieroCostruzioni.
I 2 settori di supporto ai tre accennatiLogisticaEnergia.
Sostenibilità dei centri urbaniMobilità.
 
I 6 settori dovranno spostare tutti la propria prospettiva da un’ottica miope di breve periodo ad un’ottica di lungo periodo.
 
 
Figura – I 6 pilastri per un economia di lungo periodo
 
Fonte: Associazione Long Term Economy
 
 
I 3 pilastri produttivi
 
Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) (2014) i tre settori produttivi (Agricoltura, Manifatturiero e Costruzioni) contribuiscono per ‘il 50% delle emissioni di gas serra;’ il restante 50% è da attribuirsi al sistema di trasporto e a quello energetico. Più precisamente, il settore agricolo genera il 24% delle emissioni, l’industria il 21% e il settore edile il 6%. Più n generale, questi sono settori con una forte impronta ecologica visto il vasto consumo di risorse e la vasta produzione di rifiuti da smaltire.
 
 
Grafico: Emissioni di Gas Serra per Settore Economico
Fonte: IPCC (2014)
 
Spostare la prospettiva delle imprese di questi settori da un’ottica di breve periodo (massimizzare l’utile di breve termine) ad un’ottica di lungo periodo, significa ridurre l’impronta ecologica dei tre settori: l’obiettivo principale dei tre settori diventa quello di preservare il valore del territoriomassimizzandone il valore culturale, economico, naturale e sociale nel lungo periodo. Così l’impresa agricola si preoccuperà non più della resa di breve termine, ma vorrà preservare la qualità del proprio terreno e rendere i propri raccolti costanti e resilienti; l’impresa manifatturiera potrà esistere solo se non danneggia il capitale naturale, sociale e culturale del territorio ed i suoi prodotti daranno principalmente legati a soddisfare le esigenza di un’economia di lungo periodo, oltre a soddisfare il benessere immediato delle persone e delle altre imprese; Il sistema edile tenderà a produrre edifici ecosostenibili, e non produrrà ulteriori danni al territorio.
 
Vediamo in linea di principio come i tre settori dovrebbero essere al fine di rispettare i princìpi della Long Term Economy.
 
  
Affinché l’agricoltura sia sostenibile,
essa deve essere in grado di ‘produrre cibo oggi e domani;’
 
1) L’Agricoltura: l’avvento dell’agricoltura industriale (e il conseguente utilizzo di fertilizzanti, pesticidi, macchinari) ha comportato un aumento delle rese dei terreni nel breve termine, ma anche una progressiva perdita della bio-diversività e un depauperamento della qualità del suolo a livello globale. Affinché l’agricoltura sia sostenibile, essa deve essere in grado di ‘produrre cibo oggi e domani;’ questo significa preservare la qualità del suolo. L’agricoltura sostenibile deve avere una ‘bassa impronta ecologica:’ deve fare un basso utilizzo di risorse esterne e deve produrre emissioni di CO2 basse o nulle. La Long Term Economy incentiva, promuove e stringe partnership con tutte le persone, le imprese e istituzioni che sono impegnati nel campo dell’agricoltura naturale, sinergica, biodiversa, nella Permacultura e nella conservazione dei semi autoctoni e della cultura agraria del territorio.
 
 
2) Il Manifatturiero: l’industria manifatturiera è responsabile di circa il 35% dell'elettricità globale impiegata, di oltre il 20% delle emissioni mondiali di gas serra, e di più di un quarto delle estrazioni di risorse primarie. Le imprese manifatturiere del futuro saranno quelle che riusciranno a massimizzare l’efficienza ‘energetica’ e l’efficienza nello ‘utilizzo dei materiali.’
 
Efficienza energetica: I margini di miglioramento nell’ambito dell’efficienza energetica sono elevati, eliminando da un lato gli sprechi energetici e iniziando, dall’altro, a produrre in proprio l’energia di cui si necessita.
Efficienza dei materiali (verso l’economia circolare): attualmente le spreco di risorse all’entrata (materie prima) e di risorse in uscita (rifiuti) nei processi produttivi è troppo elevato. Il ciclo produzione-consumo deve tendere sempre più verso i principi dell’economia circolare (Kenneth E. Boulding) e della bio-economia  (Nicholas Georgescu-Roegen).La sfida sarà quella di creare spazi di business all’interno di un’economia a ciclo chiuso.
 
Il manifatturiero del futuro sarà quello che produrrà i beni per la realizzazione di un’economia di Lungo Periodo. L’associazione Long Term Economy incentiva, promuove e stringe collaborazioni con tutte le imprese industriali impegnate nella produzione di beni e che adottano processi produttivi utili alla realizzazione di un’economia di lungo periodo.
 
 
3) Il settore delle Costruzioni: le politiche di edilizia sostenibile devono riguardare sia i piani di nuova costruzione che l’ammodernamento degli edifici esistenti.
 
I nuovi piani di costruzione: devono essere tali da evitare qualsiasi ulteriore danno al capitale naturale, sociale e culturale. Le tecniche con cui vengono costruiti i nuovi edifici devono essere a basso impatto ambientale e id i nuovi edifici devono essere essi stessi a basso impatto ambientale.
Gli edifici esistenti possono essere riammodernati in un ottica di maggiore efficienza energetica.
 
L’associazione Long Term Economy incentiva, promuove e stringe collaborazioni con tutte le imprese edili impegnate nella conversione degli edifici esistenti e nella creazione di edifici che hanno un’impronta ecologica bassa o nulla e che rispettano il capitale aturale, sociale e culturale del territorio.
 
 
I 2 pilastri di supporto
 
Il ruolo della logistica nel futuro va ben oltre
la bramosia economica dei singoli Paesi…
 
1) La Logistica: in una società sostenibile l’obiettivo di lungo termine dei singoli Paesi e delle singole comunità dovrebbe essere quello di ridurre al minimo la dipendenza da risorse esterne seguendo un modello di sviluppo di tipo gandhiano.
 
Tuttavia:
La logistica non è un settore di cui si può fare a meno: per quanto si possa ridurre la dipendenze da risorse e fattori esterni, lo scambio di risorse e di prodotti finiti tra comunità e tra Paesi rimane un elemento essenziale per garantire prosperità e stabilità economica-sociale diffusa in un mondo fatto di 7 miliardi di abitanti. L’obiettivo della logistica nel medio lungo termine è quello di supportare nel modo più efficiente possibile e con il minimo impatto ambientale il benessere distribuito nel Pianeta.
Il ruolo della logistica nel futuro va ben oltre la bramosia economica dei singoli Paesi: il venir meno di alcune risorse essenziali in alcuni Paesi/comunità può indurre fenomeni di guerra e migrazione forzata. La logistica può fare molto in quest’ambito, rifornendo tali Paesi/comunità delle risorse necessarie.
 
Risolvere le inefficienze organizzative lungo l’intera supply chain e il dotarsi di veicoli e infrastrutture a basso impatto ambientale sono gli elementi necessari per realizzare un sistema logisico eco-sostenibile.
 
Risolvere prima le inefficienze del sistema: oggi il sistema della logistica è caratterizzato da numerose inefficienze, dovute innanzitutto ad assenza di coordinamento nell’intera supply chain; già risolvere tali inefficienze permetterebbe al settore di ridurre in modo notevole la propria impronta ecologica.
Infrastrutture e veicoli sostenibili per una logistica sostenibile: ovviamente la logistica sostenibile va ricercata anche nei mezzi con cui la merce viene trasportata dal produttore al consumatore e di Paese in Paese. Alcune modalità di trasporto (le navi) rilasciano un quantitativo di emissioni di CO2 inferiori a parità di tonnellate trasportate rispetto ad altre (camion). Occorre intervenire a 360° in modo da minimizzare l’impronta ecologica della movimentazione di merci.
 
L’associazione Long Term Economy incentiva, promuove e stringe collaborazioni con tutte le imprese logistiche impegnate nella riduzione del proprio impatto ambientale e che seguono i principi di un’economia di lungo periodo, non danneggiando, ma contribuendo alla conservazione e allo sviluppo del capitale naturale, sociale e culturale dei territori.
 
2) Energia: Gli attuali livelli di benessere e l’attuale dimensione della popolazione mondiale sono dovuti soprattutto agli elevati consumi di energia (i più elevati nella storia dell’essere umano). Lo sfruttamento delle fonti fossili nel corso degli ultimi due secoli ha determinato un forte aumento dell’energia a disposizione degli esseri umani. Prima il carbone e poi il petrolio sono state e continuano ad essere le fonti principali degli attuali sistemi energetici. L’utilizzo delle fonti fossili per la produzione di energia richiede grandi investimenti ed una produzione centralizzata. Questi sistemi sono molto vulnerabili ed inefficienti, oltre che inquinanti. Un sistema energetico sostenibile deve essere resiliente (I Paesi e le comunità non devono dipendere da altri per la produzione di almeno una quota base della propria energia), resistente ad attacchi informatici, termodinamicamente efficiente e non inquinante. Questo si può ottenere solo attraverso un sistema di produzione energetica distribuito, che sfrutta prevalentemente risorse rinnovabili (Sole, acqua e vento) e fa il miglior uso della tecnologia dell’informazione esistente. La produzione di energia tramite centrali fotovoltaiche distribuite è un passo, ma il vero passo avanti si avrà nel momento in cui la maggior parte degli edifici saranno in grado di produrre e condividere la propria energia.
 
Le imprese vincenti: le imprese vincenti in futuro, in tutti i settori (produttivi e non) saranno quelle in grado di essere autosufficienti da un punto di vista energetico, quelle che avranno un sistema energetico resiliente, resistente ed efficiente.
L’importanza delle nuove tecnologie: secondo Rifkin è in atto una grande rivoluzione nel sistema energetico - le innovazioni nello sfruttamento delle risorse rinnovabili si uniscono alle innovazioni nel campo della tecnologia delle informazioni e stanno dando la nascita a quella che lui definisce ‘Energy Internet.’ Le nuove tecnologie permetteranno di gestire in modo più efficiente l’utilizzo e la condivisione dell’energia prodotta.
 
L’associazione Long Term Economy incentiva, promuove e stringe collaborazioni con tutte le imprese impegnate nella costruzione di un sistema energetico sostenibile.
 
 
La Mobilità
 
3) La Mobilità: Più del 50% della popolazione mondiale vive nei centri urbani (ed in alcuni Paesi, come negli Stati Uniti la percentuale va oltre l’80%). Secondo un Report delle Nazioni Unite (Hot Cities: battle-ground for climate change), il 70% delle emissioni di CO2 sono generate nei centri urbani. Parte di queste emissioni sono imputabili ad una scarsa efficienza nella gestione della mobilità urbana. Nei centri urbani ancora troppe persone prendono la propria auto per spostarsi. Rendere la mobilità urbana sostenibile significa permettere ai cittadini di spostarsi in modo agevole e senza inconvenienti riducendo al minimo le emissioni di CO2 e di altre particelle inquinanti. Questo è possibile agendo su due fronti:
 
Decongestionamento: fare in modo che sempre più persone utilizzino il sistema di trasporto pubblico anziché la propria automobile. Questo può ottenersi aumentando, la puntualità, l’efficienza, la copertura e la convenienza economica del sistema.
- Veicoli a zero emissioni: occorre creare veicoli a basso impatto ambientale; veicoli ibridi o elettrici e le cui fonti di alimentazioni facciano un uso consistente di fonti rinnovabili.
 
Stefan Heck, co-fondatore e direttore esecutivo della NAUTO, nel suo libro Resource Revolution sostiene che il sistema di traporto urbano, affinché sia veramente sostenibile debba fare affidamento su veicoli  che siano allo stesso tempo autonomi, connessi, elettrici e condivisi.
 
L’associazione Long Term Economy incentiva, promuove e stringe collaborazioni con tutte le imprese impegnate nella realizzazione della mobilità sostenibile.
 
 

 
 
 

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La Long Term Economy è un associazione non-profit che ha l'obiettivo di aumentare il benessere in una prospettiva di lungo periodo preservando il capitale naturale, culturale e sociale. L'associazione lavora a che i nostri figli possano avere un futuro migliore.

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