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RIFIUTI IN EUROPA: Produzione e trattamento dei rifiuti nei Paesi dell’Unione Europea

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A cura di Dario Ruggiero (Maggio 2013)
 
Premessa
 
La riduzione e la gestione dei rifiuti urbani e non urbani rappresentano un elemento di crescente importanza nelle politiche pubbliche dei singoli Paesi. La crescente attività produttiva nel corso dell’ultimo secolo ha messo a dura prova la capacità degli enti pubblici di organizzarsi al fine di gestire al meglio l’aumento della quantità di rifiuti, cercando di ridurre al minimo il disagio dei cittadini e di ridurre quanto più le conseguenze ambientali di tali rifiuti.
L’unione Europea si è posta l’obiettivo di ridurre drasticamente l’ammontare di rifiuti generato, attraverso iniziative di prevenzione, un utilizzo migliore delle risorse e incoraggiando un passaggio verso forme più sostenibili di produzione e di consumo. Secondo il quadro direttivo dell’Unione Europea in materia di rifiuti, l’approccio alla gestione dei rifiuti si basa su tre principi: 1) Prevenzione (se l’ammontare di rifiuti generati e la loro pericolosità vengono ridotti, la loro gestione diverrà più semplice; tale principio è strettamente legato al miglioramento nei metodi di produzione e alla domanda dei consumatori verso prodotti con un minore impatto ambientale); 2) Riciclo e riuso (i rifiuti che non possono essere evitati dovrebbero essere riutilizzati o riciclati in modo da ridurne al minimo l’impatto ambientale); 3) Migliorare la gestione e il monitoraggio finale dei rifiuti (la dove non è possibile riutilizzare o riciclare, i rifiuti dovrebbero subire un processo di incenerimento sicuro; lo smaltimento in discarica dovrebbe essere l’ultima strada da percorrere nella gestione dei rifiuti; entrambi i metodi dovrebbero comunque essere fortemente monitorati, visto che possono causare notevoli danni ambientali). In quest’articolo saranno snocciolati i principali numeri che fanno riferimento alla produzione totale di rifiuti e alla loro modalità di trattamento con riferimento sia all’Unione Europea nel suo complesso che ai singoli Paesi che ne fanno parte. Il fatto che tra il 2004 e il 2010 ci sia stata una riduzione dell’ammontare totale di rifiuti prodotti nell’Unione Europea non deve essere un motivo per abbassare la guardia; c’è da fare ancora molto sia in termini di riduzione che di trattamento dei rifiuti specie con riferimento ai processi industriali. In termini di ammontare di rifiuti totali pro capite, alcuni Paesi come Bulgaria e Romania occupano le prime posizioni, semplicemente per il fatto che essi sono sede di delocalizzazioni produttive di altri Paesi. Il discorso cambia quando si fa riferimento ai soli rifiuti urbani (che, tuttavia, rappresentano solo il 10% dei rifiuti totali), dove sono i Paesi più ricchi a occupare le prime posizioni. L’articolo si divide in tre paragrafi: il primo analizza la produzione e il trattamento dei rifiuti totali; il secondo distingue i rifiuti pericolosi da quelli non pericolosi; il terzo paragrafo esamina la produzione e il trattamento dei soli rifiuti urbani.
 
 
 
 
“L'ultimo secolo della nostra esistenza si 
è lasciato dietro più immondizia di quanta 
ne avevamo prodotta in diversi milioni di anni....” 
(Ronald Wright, A Scientific Romance, 1997)
 
 
Produzione di rifiuti nei Paesi dell’Unione Europea

 

Nell’Unione Europea si producono circa 2,3 miliardi di tonnellate di spazzatura all’anno, se si prendono in considerazione sia i rifiuti urbani che quelli non urbani o speciali (che derivano dalle attività industriali, artigianali, commerciali, agro-industriali etc…); circa il 10% (250 milioni di tonnellate) è costituito da rifiuti urbani e il restante 90% dai rifiuti speciali. Tra il 2004 e il 2010, si è verificata una riduzione del 5,1% dell’ammontare totale dei rifiuti, riduzione in parte imputabile al calo dell’attività produttiva registrata dopo il 2007 (per effetto della crisi economica internazionale) e, in parte, a una migliore efficienza, calcolata rapportando l’ammontare di rifiuti generato e il PIL dell’Unione Europea a valori costanti. Dei 2,3 miliardi di tonnellate di rifiuti generati, ben il 55,2%è prodotto da soli 5 Paesi: Germania (14,2%), Francia (14,1%), Regno Unito (10,1%), Romania (9,3%) e Bulgaria (7,2%). Come si potrà osservare più avanti, la presenza di Romania e Bulgaria, tra i primi 5 Paesi per produzione totale di rifiuti, è in gran parte dovuta al fatto che essi sono luoghi in cui altri Paesi delocalizzano parte della propria attività produttiva, per cui, a fronte di un Prodotto Interno Lordo (PIL) non molto elevato, tali Paesi presentano un ammontare di rifiuti estremamente alto e sono primi in graduatoria per rapporto tra l’ammontare totale di rifiuti e il PIL prodotti nell’anno. Probabilmente, la presenza di stabilimenti industriali in questi Paesi è anche la spiegazione principale alla riduzione dei rifiuti avvenuta in questi due Paesi tra il 2004 e il 2010, per effetto del calo dell’attività produttiva avvenuto negli anni successivi al 2007. Se pur la maggior parte dei Paesi ha assistito a un calo dell’ammontare totale dei rifiuti prodotti tra il 2004 e il 2010, alcuni, tra cui la Francia, l’Italia, la Svezia e L’olanda hanno registrato un incremento. Il forte aumento registrato in Grecia è imputabile principalmente alla bolla economica sviluppatasi tra il 2004 e il 2008 (anni in cui i rifiuti prodotti in Grecia sono aumentati da circa 29 milioni a quasi 65 milioni di tonnellate; +122%); nel 2008 il PIL greco è iniziato a calare, ma è solo nel 2011 (anno rispetto a cui l’Eurostat non fornisce ancora dati sull’ammontare totale di rifiuti) che si assiste a un grosso crollo delle attività.
 
Grafico - Produzione totale di rifiuti nell’Unione Europea a 27
(Distribuzione % per Paese)

Fonte: ns elaborazione su dati Eurostat
 
Tab. – Produzione totale di rifiuti nei Paesi dell’Unione Europea
(Tonnellate di rifiuti al 2010 e variazione % sul 2004)
  2010 Var % 2010 su 2004   2010 Var % 2010 su 2004
European Union (27 countries) 2.284.300.000 -5,1      
Germany 327.233.384 0,4 Austria 30.259.980 -39,0
France 325.774.659 17,5 Czech Republic 20.423.326 -22,7
United Kingdom 230.119.752 -29,5 Estonia 18.569.696 -9,2
Romania 212.702.820 -41,8 Denmark 18.529.439 75,3
Bulgaria 164.806.321 -16,9 Ireland 18.077.558 -19,1
Poland 150.568.238 1,8 Hungary 12.870.527 -36,3
Italy 126.148.697 16,1 Luxembourg 10.054.619 24,2
Spain 114.320.717 -16,1 Slovakia 8.825.606 -4,0
Sweden 113.580.201 29,5 Slovenia 4.431.404 -13,3
Netherlands 110.183.009 40,1 Lithuania 4.321.679 -19,1
Finland 102.656.181 49,8 Cyprus 1.911.523 2,0
Greece 65.235.186 123,9 Malta 1.150.038 -61,8
Belgium 57.858.497 21,8 Latvia 804.187 12,7
Portugal 32.883.758 32,9      
Fonte: ns elaborazione su dati Eurostat
 
 
In termini pro capiti, i cittadini dell’Unione Europea producono in media 4.552 kg di rifiuti all’anno, quantità in decrescita del 7,3% rispetto al 2004. Tra i primi cinque Paesi che producono un maggior ammontare di immondizia in rapporto alla popolazione residente, ci sono la Bulgaria, con 21.874 kg di rifiuti all’anno per ogni cittadino, il Lussemburgo (19.833 kg), la Finlandia (19.140), l’Estonia (13.856 kg) e la Svezia (12.111 kg). La presenza del Lussemburgo tra i primi 5 Paesi è da imputare al fatto che è un piccolo Paese in cui si concentrano importanti attività commerciali. Nei primi 5 Paesi, ad eccezione per la Bulgaria e per l’Estonia si è registrato un aumento della produzione pro capite di rifiuti tra il 2004 e il 2010. E’ interessante notare come i 5 Paesi citati, a livello pro capite, producano un ammontare più che doppio rispetto alla media dell’Unione Europea, e come addirittura in Bulgaria si produca un ammontare pro capite di immondizia pari a quasi 5 volte quello medio dell’Unione Europea.
 
Tab.– Produzione pro capite di rifiuti nei Paesi dell’Unione Europea
(Kg pro capiti al 2010 e var. % su 2004)
  2010 Var. % su 2004   2010 Var. % su 2004
European Union 4.552 -7,3      
Bulgaria 21.874 -14,2 Austria 3.607 -40,5
Luxembourg 19.833 12,2 Denmark 3.340 70,8
Finland 19.140 46,0 Portugal 3.091 31,3
Estonia 13.856 -8,6 Malta 2.765 -63,2
Sweden 12.111 24,2 Spain 2.481 -22,3
Romania 9.922 -41,2 Cyprus 2.305 -9,0
Netherlands 6.631 37,3 Slovenia 2.163 -15,5
Greece 5.765 118,9 Italy 2.086 11,7
Belgium 5.310 16,5 Czech Republic 1.941 -25,0
France 5.022 13,2 Slovakia 1.625 -4,9
Ireland 4.040 -26,4 Lithuania 1.315 -15,4
Germany 4.002 1,3 Hungary 1.287 -35,7
Poland 3.943 1,8 Latvia 359 16,2
United Kingdom 3.696 -32,2      
Fonte: ns elaborazione su dati Eurostat
 
 
Un ultimo aspetto importante da analizzare che è stato già accennato in precedenza è il rapporto tra produzione totale di rifiuti e Prodotto Interno Lordo (PIL) generati da ciascun Paese in un anno. Se tutte le attività produttive di un Paese non venissero delocalizzate, tale rapporto sarebbe un ottimo indicatore di efficienza del PIL, in quanto permette di capire la quantità di rifiuti generata da un Paese a parità di PIL. Comunque, in termini di aggregato europeo può essere fatta un’analisi di questo genere. E’ interessante a riguardo osservare come il rapporto tra produzione totale di rifiuti e PIL nell’Unione Europea si sia ridotto tra il 2004 e il 2010, passando da 221,8 a 197,3 tonnellate di rifiuti per ogni milione di euro di PIL. Questo dimostra come negli anni antecedenti la crisi economica internazionale l’offerta produttiva eccedesse di gran lunga la domanda di beni; per ogni milione di euro di beni o servizi prodotti nel 2004 si producevano circa 222 tonnellate di rifiuti; il rapporto è sceso nel corso degli anni toccando un minimo nel 2008, anche se una tale quantità di rifiuti è indicativa ancora di come gli attuali sistemi economici da un lato producono una quantità eccessiva di beni e, dall’altro sono fatti da imprese che generano ancora un’elevata quantità di rifiuti nei loro cicli produttivi.
 
A livello di singoli Paesi il rapporto tra rifiuti prodotti e PIL è influenzato dal fatto che alcuni Paesi sono sede d’importanti delocalizzazioni produttive. Questo è il motivo per cui, tra i Paesi dell’Unione Europea, troviamo in testa Bulgaria, Romania e Estonia, che presentano più di 1.500 tonnellate di rifiuti per ogni milione di euro di PIL generato. Paesi, invece, come la Germani e il Regno Unito presentano valori al di sotto della media europea, proprio per il fatto che parte della loro ricchezza deriva da attività produttive (e quindi rifiuti) che hanno sede in altri Paesi.
 
Tab. – Produzione totale di rifiuti e PIL nei Paesi dell’Unione Europea
(Tonnellate di rifiuti per ogni milione di euro di PIL al 2010 e var.% sul 2001)
 
2010 Var % su 2004
 
2010
Var % su 2004
European Union (27 countries)
197 -11,1
 
 
 
Bulgaria
6.203 -31,6
Belgium
180
12,7
Romania
2.344 -50,9
Czech Republic
171
-36,6
Estonia
1.649 -17,2
Hungary
146
-38,2
Finland
626 39,6
Slovenia
141
-23,6
Poland
489 -22,0
Germany
138
-6,8
Sweden
351 15,9
Cyprus
125
-12,9
Greece
337 118,1
United Kingdom
121
-33,4
Luxembourg
303 7,7
Spain
121
-22,3
Malta
210 -66,8
Austria
115
-44,3
Portugal
207 28,4
Ireland
109
-25,2
Netherlands
200 28,2
Denmark
89
71,3
Lithuania
196 -28,7
Italy
89
16,5
France
184 11,9
Latvia
65
6,5
Slovakia
183 -28,3
 
 
 
Fonte: ns elaborazione su dati Eurostat
 
 
Tipologia di rifiuti prodotti nei Paesi dell’Unione Europea
 
Oltre alla distinzione tra rifiuti urbani e speciali, un’altra classificazione distingue tra rifiuti pericolosi e non pericolosi. Rientrano nella categoria di rifiuti pericolosi quelli esplosivi, infiammabili, tossici, cancerogeni, corrosivi, mutageni etc…[1]. Nel 2010 nell’Unione Europea sono stati prodotti circa 98 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi, il 4,3% dei rifiuti totali. Tra il 2004 e il 2010 si è registrato un aumento del 13,7% dell’ammontare di rifiuti pericolosi nell’Unione Europea. La Germania, la Bulgaria, la Francia, l’Estonia e l’Italia sono i Paesi che incidono in modo maggiore sull’ammontare totale di rifiuti pericolosi generati nell’Unione Europea (nell’insieme incidono per più del 60%). In genere la percentuale di rifiuti pericolosi sul totale dei rifiuti prodotti non supera il 10% in ciascun Paese dell’Unione Europea; fa eccezione l’Estonia, dove i rifiuti pericolosi costituiscono ben il 48,2% dei rifiuti prodotti nel Paese.
 
Tab. – Produzione di rifiuti pericolosi nei Paesi dell’Unione Europea
(Tonnellate di rifiuti al 2010 e var. % su 2004)
  2010 Var. % su 2004   2010 Var. % su 2004
European Union (27 countries) 98.290.000 13,7      
Germany 19.509.189 -1,1 Poland 1.480.403 -8,2
Bulgaria 13.542.175 13,8 Austria 1.374.590 46,4
France 11.343.164 29,3 Czech Republic 1.357.835 -4,6
Estonia 8.952.251 22,1 Romania 679.392 -70,4
Italy 8.372.408 37,6 Hungary 522.842 -61,7
United Kingdom 8.342.912 5,1 Slovakia 431.672 2,8
Belgium 4.410.558 -8,8 Luxembourg 372.481 205,5
Netherlands 4.143.610 157,5 Greece 291.773 -13,2
Spain 2.952.822 -3,9 Slovenia 105.159 -1,2
Finland 2.514.417 17,1 Lithuania 91.420 -2,0
Sweden 2.148.656 71,6 Latvia 32.103 89,3
Ireland 1.914.586 581,5 Cyprus 23.216 -79,1
Denmark 1.743.428 447,0 Malta 11.506 -70,6
Portugal 1.624.054 -27,8      
Fonte: ns elaborazione su dati Eurostat
 
 
Trattamento dei rifiuti nei Paesi dell’Unione Europea
 
Una gestione ecologica dei rifiuti prevede da un lato l’obiettivo di ridurre l’ammontare di rifiuti prodotti, dall’altro prevede di ridurre al minimo i rifiuti che finiscono in discarica o che subiscono un processo d’incenerimento senza il recupero di energia. In particolare, è possibile distinguere quattro tipologie di trattamento: 1) il riciclo (il rifiuto non finisce né in un inceneritore né in discarica, ma viene riutilizzato dai consumatori oppure nei processi industriali); 2) la termovalorizzazione (il rifiuto finisce in un termovalorizzatore, ossia viene utilizzato per creare energia); 3) l’incenerimento (il rifiuto viene incenerito senza recupero di energia); 4) lo smaltimento in discarica senza incenerimento (ad esempio land-filling). Nell’Unione Europea il 52,8% dei rifiuti vengono riciclati (48,9%) o termo valorizzati (3,9%); il 45,4% dei rifiuti finisce in discarica e la restante parte negli impianti di incenerimento. Tra il 2004 e il 2010 la percentuale di rifiuti che viene riciclata o termo-valorizzata è cresciuta dal 44,3% al 52,8%. Tra i Paesi dell’Unione Europea, la Danimarca è quello che ricicla o termo-valorizza la maggior percentuale dei propri rifiuti (83,9%); seguono Polonia, Germania, Repubblica Ceca e Italia, tutti con percentuali che superano il 75%. Nelle ultime posizioni ci sono la Svezia, la Grecia, Malta, la Romania e la Bulgaria, con percentuali inferiori al 25%. La Spagna, il Regno Unito, Cipro, l’Ungheria, e l’Italia sono i Paesi che hanno incrementato in modo maggiore la percentuale di rifiuti termo-valorizzati o riciclati tra il 2004 e il 2010.
 
Grafico – Rifiuti riciclati o termo-valorizzati nei Paesi dell’Unione Europea
(% sul totale dei rifiuti trattati in ciascun Paese al 2010)
Fonte: ns elaborazione su dati Eurostat
 
 
Produzione e trattamento dei rifiuti urbani nei Paesi dell’Unione Europea
 
Nell’Unione Europea nel 2011 sono state prodotte circa 253 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, il 10% dei rifiuti totali. Il 68,5% di tali rifiuti è attribuibile ai primi 5 Paesi: Germania (19,3%), Francia (13,6%), Italia (12,8%), Regno Unito (12,8%) e Spagna (9,7%). E’ evidente che, a differenza della produzione totale di rifiuti, i rifiuti urbani sono poco influenzati dalle attività di delocalizzazione industriale. Ne consegue che i paesi più ricchi sono quelli che producono una maggior quantità di rifiuti urbani. Tra il 2001 e il 2011, l’ammontare di rifiuti urbani nell’Unione Europea è aumentato dello 0,4%; in Germania è calato del 6,3%; In Francia si è registrato un +6,6% e in Italia un + 10,5%; si è registrato un calo in Spagna e nel Regno Unito. In termini pro capiti, la Germania cede il primato alla Danimarca, dove ogni cittadino in media genera 718 kg di rifiuti urbani all’anno; seguono il Lussemburgo, Cipro, l’Irlanda e la Germania, tutti con valori superiori ai 590 kg pro capite.
 
Grafico – Produzione di rifiuti urbani nell’Unione Europea
(Distribuzione % di rifiuti urbani nei Paesi dell’Unione Europea al 2011)
Fonte: ns elaborazione su dati Eurostat
 
Tab. – Produzione di rifiuti urbani nei Paesi dell’Unione Europea
(Valori in migliaia di tonnellate al 2011 e var. % sul 2001)
  2011 Var. % su 2001   2011 Var. % su 2001
European Union (27 countries) 253.107 0,4      
Germany 48.805 -6,3 Hungary 3.809 -17,2
France 34.336 6,6 Czech Republic 3.358 20,0
Italy 32.500 10,5 Ireland 2.850 5,4
United Kingdom 32.500 -7,0 Bulgaria 2.753 -31,2
Spain 24.500 -8,0 Finland 2.719 12,7
Poland 12.129 9,2 Slovakia 1.767 37,4
Netherlands 9.947 1,2 Lithuania 1.339 2,0
Romania 7.800 3,5 Slovenia 844 -11,4
Greece 5.607 23,0 Latvia 721 1,1
Portugal 5.139 6,0 Cyprus 560 22,8
Belgium 5.125 5,9 Estonia 399 -21,6
Austria 4.650 0,3 Luxembourg 356 24,9
Sweden 4.350 10,7 Malta 243 14,6
Denmark 4.001 23,1      
Fonte: ns elaborazione su dati Eurostat
 
 
Con riferimento alle modalità di trattamento, nell’Unione Europea il 25% dei rifiuti urbani viene riciclato, il 15% finisce in compostaggio e il 19% nei termovalorizzatori; in totale nel 2011 il 59% dei rifiuti viene valorizzato attraverso un processo di compostaggio, riciclaggio o termovalorizzazione, in crescita rispetto al 38,2% registrato nel 2001. Il 4% dei rifiuti urbani finisce negli inceneritori senza recupero di energia e il 37%, infine, in discarica. Tra i Paesi dell’Unione Europea, l’Olanda, la Svezia, il Belgio, l’Austria e la Danimarca sono quelli in cui si registra una maggiore valorizzazione della spazzatura, con percentuali di rifiuti urbani termo-valorizzati, riciclati o che finiscono a compost, che supera in tutti i casi il 95%. Grecia, Lettonia, Malta, Bulgaria e Romania sono i Paesi che riciclano o termo-valorizzano di meno. Tra il 2001 e il 2011, i maggiori progressi nella percentuale di rifiuti urbani riciclati o termo-valorizzati si sono avuti nella Slovenia, nell’Irlanda, nel Regno Unito, in Germania e in Austria.
 
Grafico – Rifiuti urbani termo-valorizzati, riciclati, o finiti a compostaggio nei Paesi dell’Unione Europea
(Valore % sul totale dei rifiuti urbani trattati in ciascun Paese al 2011)
Fonte: ns elaborazione su dati Eurostat
 
 
Conclusioni
 
La produzione di rifiuti dipende da tre fattori principali: 1) la popolazione (più il mondo è popolato, più risorse vengono consumate e più rifiuti vengono generati); 2) il Prodotto Interno Lordo (più si prode per soddisfare i bisogni della popolazione e maggiore sarà la quantità di rifiuti che verrà prodotta); 3) l’efficienza nei processi industriali (in termini di spreco di risorse) e i modelli di comportamento dei consumatori. Alcuni di questi fattori sembrano essere fuori controllo. Stiamo parlando della popolazione, che secondo gli studi delle Nazioni Unite (PopulationDivisionDepartment) entro il 2025 salirà a 8,2 miliardi di persone eentro il 2050 invece raggiungerà i 9,7 miliardi di persone. Lo stesso è probabile che avvenga per il Prodotto Interno Lordo; secondo uno studio della Price Waterhouse Coopers(Gennaio, 2013), l’economia mondiale crescerà a un tasso medio del 3% tra il 2011 e il 2050, raddoppiando in valore entro il 2032 e raddoppiando di nuovo entro il 2050 (quindi quadruplicando entro il 2050). Un ruolo rilevante in questo processo di crescita sarà rappresentato dai Paesi emergenti, la cui impronta ecologica potrebbe crescere in un modo non più sostenibile dal Pianeta: la Cina rimpiazzerà gli Stati Uniti come prima economia mondiale entro il 2017 (considerando il PIL a parità di potere di acquisto), mentre l’India nel 2050 sarà la terza economia mondiale in termini di PIL. Pertanto, a meno che, a livello mondiale, non avvenga un ripensamento sul tema della crescita economica ( e vengano prese seriamente in considerazione politiche di decrescita sostenibili), la lotta va fatta soprattutto in termini di efficienza nei processi industriali e nell’educazione dei consumatori in termini di prevenzione e gestione dei rifiuti. Una pressione sempre maggiore da parte della popolazione mondiale impone di pensare in modo serio e immediato a come il tema dei rifiuti possa essere affrontato. Ovviamente quello dei rifiuti rientra in un dibattito più ampio che riguarda il rapporto di co-esistenza tra uomo e natura. Si è ormai arrivati in un momento in cui la pressione dell’attività dell’uomo sul Pianeta si sta facendo sentire sempre con più forza, in termini di cambiamento climatico e esaurimento di risorse alimentari e energetiche.
 
 
NOTA METODOLOGICA
 
Classificazioni dei rifiuti

Rifiuti urbani: consiste di rifiuti generate sotto l’autorità municipal, o direttamente dal settore private (business o non-profit). La maggioranza di questi rifiuti è generate dale famiglie..

Rifiuti speciali: sono i rifiuti che derivano da attività commerciali o industriali: Rifiuti da attività agricole e agro-industriali; Rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti che derivano dalle attività di scavo; Rifiuti da lavorazioni industriali;Rifiuti da lavorazioni artigianali;Rifiuti da attività commerciali;Rifiuti da attività di servizio;Rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi;Rifiuti derivanti da attività sanitarie;

Rifiuti pericolosi: i rifiuti pericoloso comprendono diverse classi di pericolo: Esplosivo, Comburente, Facilmente infiammabile (incluso estremamente infiammabile), Infiammabile, Irritante nocivo, Tossico (incluso molto tossico), Cancerogeno, Corrosivo, Infetto, Teratogeno, Mutageno, A contatto con l'acqua libera gas tossici o molto tossici, Sorgente di sostanze pericolose, Ecotossico.

Trattamento dei rifiuti

Incenerimento: i rifiuti finiscono in un inceneritore, ma la loro combustione non genera nuova energia per l’uso industriale o privato.

Termovalorizzazione: i rifiuti finiscono in un inceneritore, ma la loro combustione serve a generare energia per l’uso industriale o privato.

Riciclo: Include qualsiaisi operazione che permetta ai rifiuti di essere riutilizzai come materiali volti a soddisfare esigenze di consume (riuso) o a rientrare nei processi produttivi (riciclo)

Smaltimento in discrica (land-filling): in questo caso i rifiuti non vengono riciclati e non inceneriti, ma velgono smaltiti in discarica, generalmente attraverso la pratica del land-filling.
 
 
ALTRI ARTICOLI E INTERVISTE SUL TEMA
 
 
 
BIBLIOGRAFIA

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United Nation (Population Division Department) - http://www.un.org/en/development/desa/population/

The World Bank - http://www.worldbank.org/


 

ENDONOTE

[1]Alla seguente pagina è possibile scaricare il catalogo europeo dei rifiuti: http://ambient.bit-rate.it/img/CERCatalogoeuropeorifiuti.pdf

 

This article by Dario Ruggiero
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