L’Impronta Ecologica in Italia: occorrerebbero “4 Italie” per far fronte ai bisogni di consumo degli italiani!

Negli anni ‘20, il Prof. Simon Kuznet creò una misura del valore prodotto all’interno di un singolo Paese in un determinato anno: il Prodotto Interno Lordo (PIL). Eravamo al termine della Seconda Rivoluzione Industriale, e c’era ancora molto da guadagnare in "benessere materiale." il PIL quindi capitava a pennello e si è dimostrato un ottimo indicatore per misurare lo sviluppo di un Paese. Da allora “la crescita del PIL” è stata la missione principale di quasi tutti i Paesi del mondo. Ma adesso le cose sono cambiate. Stiamo sovra-sfruttando il nostro pianeta, e, in diversi Paesi, il benessere materiale è eccessivo. Oggi abbiamo bisogno di un nuovo indicatore, una misura che ci aiuti a mettere sotto controllo il nostro impatto (la nostra impronta) sull'ambiente. L'aumento del PIL non può essere più la nostra priorità.
Fish Dependence Day: in tre mesi abbiamo consumato le quantità di pesce che l’Italia produce in un anno

Tanto significativo quanto preoccupante questo indicatore, il Fish Dependence Day, che quest’anno si è presentato il 31 marzo. Esso ci dice che in tre mesi (al 31 marzo appunto) abbiamo già consumato tanto pesce quanto l’Italia (nei suoi bacini) è in grado di produrre (pescare) in un anno. In altre parole, in Italia produciamo il 25% del pesce che consumiamo. L’Italia non è autosufficiente in termini di pesca. E il fatto che la nostra autosufficienza si sia ridotta dal 50% al 25% tra il 1990 e il 2015 ci suggerisce che occorre un approccio più sostenibile sia per quanto riguarda l’industria della pesca che il consumo di pesce. Vediamo più in dettaglio i dati e cosa si può fare a riguardo.
Glifosato: effetti sull’ambiente e sulla salute

Che cosa accade se il pesticida utilizzato per proteggere la pianta dal parassita diventa poi più pericoloso del parassita stesso per la salute dell’uomo e del patrimonio biologico del territorio. Questo è il caso del “glifosato,” un principio attivo utilizzato in molti pesticidi sin dal 1974, in modo particolare negli USA, ma che, secondo alcuni studi, potrebbe rivelarsi tossico per l’ambiente e dannoso per la salute.
La sacralità della Terra

Oggi sappiamo abbastanza bene che cosa è l’uomo: è un animale, fa parte in tutto per tutto dei cicli naturali, si nutre, si sviluppa, si comporta, si riproduce e muore come gli altri mammiferi. La percezione dell’appartenenza della nostra specie alla Natura doveva essere accolta con grande serenità; era come liberarsi da un peso inutile. Invece non è stato così, o forse non ancora, almeno nella cultura occidentale. Nel linguaggio corrente, nell’etica, nel diritto, l’uomo è ancora considerato in contrapposizione con l’idea di animale. Per inciso, quanto sopra detto non significa necessariamente che l’uomo sia soltanto un animale.