La gerarchia: la vera causa della crisi ambientale?
Tutto è iniziato a metà del 20° secolo: Murray Bookchin, teorico anarchico ed ex-marxista, iniziò a sviluppare un filone di studi chiamato “Ecologia sociale,” specificando che le vere origini dell’attuale crisi ambientale vanno ricercate nella struttura gerarchica della nostra società. E’ vero?
(a cura di Dario Ruggiero)
"Possiamo iniziare a costruire nuovi strumenti per una società democratica ed ecologica,
una volta che comprendiamo che il problema centrale risiede nella gerarchia."
Ecologia sociale e crisi ambientale
Secondo il Symbiosis Research Collective, possiamo iniziare a costruire nuovi strumenti per una società democratica ed ecologicamente sostenibile solo dopo aver compreso che la gerarchia è il problema centrale. L'Ecologia Sociale sostiene che la distruzione del nostro ambiente non è una spinta naturale dell'umanità, ma è un fenomeno che emerge dalle stesse disuguaglianze create dalla gerarchia.
La gerarchia crea una classe al vertice che salvaguarda i propri interessi, distinti da quelli del resto della società umana e dell'ambiente, e con il potere di perseguire tali interessi contro la volontà degli altri. La gerarchia facilita la distruzione ambientale; permette a una piccola élite di difendere la propria ricchezza sfruttando le classi umane inferiori e il resto della natura in modo irresponsabile e senza tener conto delle conseguenze sugli altr. Bookchin sosteneva anche che è proprio la possibilità di dominarci l’uno con l’altro ci spinge a dominare anche la natura.
"Sappiamo che dobbiamo affrontare la gerarchia in tutte le sue forme,
non solo il Capitalismo e lo Stato,
ma anche il razzismo, il patriarcato e altri sistemi creati da disuguaglianze."
Il ruolo del capitalismo nella disuguaglianza e la gerarchia
Il capitalismo è semplicemente la forma più recente di questa dinamica di base. Il capitalismo e il suo imperativo strutturale basato sulla crescita sono fondamentalmente incompatibili con la sostenibilità ecologica.
E senza la democrazia economica, la stragrande maggioranza delle persone, non possedendo capitali, non hanno il potere di cambiare questo corso all'interno del sistema attuale. Molti eco-socialisti lo riconoscono, ma ciò che l'ecologia sociale porta sul tavolo è la comprensione che la gerarchia stessa è il nemico del nostro rapporto con la natura. Se il problema è la gerarchia, piuttosto che pochi cattivi attori o industrie, allora politiche come il carbon trading, la purezza del consumatore individuale e le tecnologie verdi sono armi superficiali, armi che non riescono ad alterare la base strutturale della nostra società che sta erodendo la biosfera.
Sappiamo che dobbiamo affrontare la gerarchia in tutte le sue forme: non solo il Capitalismo e lo Stato, ma anche il Razzismo, il Patriarcato e altri sistemi che si basano sulla classificazione per strati degli esseri umani, e dell’intero mondo vivente. Se ci facciamo guidare dal principio per cui è la gerarchia il problema principale, possiamo iniziare a costruire nuovi strumenti per una società democratica ed ecologica.
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La Terra fornisce abbastanza per soddisfare i bisogni di ogni uomo,
ma non abbastanza per l'avidità di ogni uomo"
La soluzione va ricercata nel la Swadeshi di Gandhi?
Gandhi era convinto che la produzione di massa, con le sue imprese ad integrazione verticale e la sua tendenza a centralizzare il potere economico avrebbe avuto conseguenze nefaste per l’umanità. Una delle conseguenze peggiori di una tale situazione consiste nel fatto che per la nostra acqua, la nostra luce, per l’aria, per vivere dipendiamo da tale potere. E questa è una cosa logicamente terribile… Il problema secondo il Mahatma non era solo il potere centralizzato. La produzione di massa si fonda sull’idea di usare macchine sempre più sofisticate per produrre merci con meno manodopera e a un costo minore. Se tutti i Paesi adottassero questo sistema (come appunto sta accadendo), non ci sarebbe un mercato abbastanza grande da assorbire la produzione (vedi la over-capacity delle acciaierie cinesi…).
L’intuizione di Gandhi era molto semplice: “portare il lavoro alla gente e non la gente a lavoro!” Questo modello, che egli definì con il nome di Swadeshi, consisteva in una produzione locale realizzata dalla gente nelle case e nei quartieri. Gandhi era convinto che produzione e consumo dovessero essere in gran parte riuniti nello stesso territorio, che la produzione quindi dovesse essere in gran parte locale, anche se non tutta consumata a livello locale. La filosofia di Gandhi incoraggiava la produzione economica decentrata in comunità locali autosufficienti, la promozione del lavoro artigianale rispetto al lavoro meccanico e industriale. L’antidoto all’avidità e al dilagare dello sfruttamento economico risiede in un impegno a favore della comunità.
Conclusioni?
Gli studi avviati da Murray Bookchin e ora portati avanti dal Symbiosis Research Collective mostrano che il modo in cui la nostra società è organizzata e i principi su cui essa si basa possono influenzare molto la nostra relazione con la Natura e con il resto della vita sulla Terra. L'attuale struttura sociale è gerarchica e secondo Murray è la causa principale dell’attuale crisi ecologica. Inoltre, i numerosi studi condotti dalla Oxfam International mostrano che la disuguaglianza sta aumentando: siamo in un circolo vizioso dove i più ricchi diventano sempre più ricchi e i più poveri diventano sempre più poveri. I più ricchi hanno il potere di perseguire il proprio interesse personale senza pensare al bene comune. La soluzione? È stata data da Gandhi. Abbiamo bisogno di Stati e comunità indipendenti. La globalizzazione deve essere razionale, ma il potere deve essere nelle mani delle comunità; esse si prenderanno cura dell’ambiente naturale e sociale in cui sono inserite.
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Dario Ruggiero,
LTEconomy, 29 aprile 2018
L'articolo completo sulla Ecologia Sociale
dal the Ecologist - https://theecologist.org/2018/apr/09/hierarchy-climate-change-and-state-nature-symbiosisrev
Symbiosis Research Collective
Articolo originale scritto da Katie Horvath (@katesville7), Mason Herson-Ford (@mason_h2), and Aaron Vansintjan (@a_vansi)
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