Mirador Laja Azul . In fondo il neovulcano Tajogaite. Isola di La Palma, Riserva mondiale della Biosfera.

Mi ero ripromesso di fare una descrizione dettagliata dell’eruzione del Tajogaite ma lascio questa incombenza alle fonti ufficiali. Mai come in quell’ occasione siamo stati tempestati di materiali, foto, documentazione, mappe topografiche, rappresentazioni 3D, di fonti autorevoli (UME, IGN, INVOLCAN, COPERNICUS…), che ci hanno fatto  apprezzare in tutto il suo splendore primordiale forse una delle eruzioni più spettacolari e fruibili degli ultimi tempi. Ovviamente non consideriamo il disagio sociale interno difficilmente trasmissibile all’ esterno.

A più di un anno di distanza eccomi sull’isola.

Il vulcano ha un aspetto più imponente di quello che mi aspettavo. Il profilo obliquo della fenditura di una parte della bocca, grazie anche al contrasto chiaro dei minerali precipitati tutto attorno, è estremamente visibile da svariati punti panoramici dell’isola. Un’ attrazione.

Le fotografie scattate con la camera IR dello smartphone, in una giornata nuvolosa, evidenziano ancora una certa attività termica a partire dal cono fino alla colata. È raccomandabile quindi rispettare tutte le indicazioni per la sicurezza avvicinandosi. Il vulcano non dorme, è vivo, e come testimoniano gli studi occulta centinaia di km cubici di magma nel sottosuolo.

La landa lasciata dalla lava è ugualmente apprezzabile da lontano. Un mare tetro, lapidario in mezzo a case e giardini.

Dall’ unica escursione effettuata nelle vicinanze percorribili deduco che le ceneri non siano delle migliori per l’ agricoltura. Risultano in generale troppo fini come sabbia, lucide e scure, non particolarmente porose. Queste caratteristiche sono dovute al fatto che, seppur combinandosi con acqua marino-freatica, sono originate da magma profondo salito con celerità. Salendo rápidamente il magma non si è combinato con le rocce dei livelli più superficiali e non ha creato molti gas. La lava infatti è fuoriuscita estremamente calda e poco viscosa per tutta la seconda fase dell’eruzione. Il risultato in termini di ceneri è quello di frammenti vitrei pirossenici scuri per l’ alto contenuto di ferro e titanio ma poveri di altri elementi. Nulla a che vedere con la pomice o altre ceneri affini che vorremmo utilizzare in agricoltura: chiara, leggera, fittamente porosa, equilibrata nei minerali nel caso fossero disciolti, insomma con le caratteristiche fisico-chimiche più adatte allo sviluppo microbiologico che favorisce l’ agricoltura. La vegetazione spontanea in prossimità della colata risulta infatti ancora sofferente di una sofferenza generalizzata fatta di attacchi virali, microbici e parassitici che fanno presumere un consistente indebolimento del microbiota radicale con conseguenti deficienze nell’ assimilazione dei nutrienti o nella risposta immunitaria, nonchè nella resistenza e resilienza complessive ai fattori ambientali e climatici. La situazione amplia e diffusa dei casi lascia pensare a una perdita del perfezionamento del microbiota radicale per tutte le specie o quasi. Squilibrio dovuto probabilmente ai gas che filtrano dal sottosuolo che potrebbero sopprimere o degenerare alcuni ceppi utili alla pianta, piuttosto che dall’ alterazione del pH. In generale sembrano ceneri più adatte ad applicazioni industriali o all’ edilizia.

Il vulcano sembra esalare ancora gas. Sono visibili fumatere mattiniere, quasi ogni giorno. Tuttavia sebbene la valle di accumulo sia quella della foto panoramica, di cui sopra, i boschi di pino canario risplendono. Non sono percepibili alterazioni atmosferiche che possano influire negativamente sui viventi. L’ aria si percepisce pura, fresca, ionizzata come una deliziosa aria di montagna. Sebbene queste caratteristiche siano riconducibili alla ventilazione del luogo non possiamo escludere la purificazione operata dal bosco per fissazione delle molecole contaminanti ( il pino canario è adattato al vulcanismo) e la ionizzazione generale dell’aria che rimescolerebbe gli elementi facendone precipitare altri, riportando tutto all’armonia. Aggiungo che forse proprio questi gas sono i responsabili di strane velature e insolite colorazioni opalescenti dei meravigliosi tramonti che si possono godere sull’ isola.

Le acque deliziose dell’isola, raccolte tramite percolamento in galleria, mantengono la loro qualità e potabilità.

In generale l’ isola ha tutta l’ aria di poter uscire con successo dal cataclisma sebbene persistano vari disagi sociali dei quali disconosco le cause persistenti e che per questo non posso approfondire.

 

 

Vulcano Tajogaite con la sua enorme bocca, ben visibile anche in una giornata oscura e nuvolosa.

 

 

In Puntagorda, La Palma, Riserva mondiale della Biosfera, Isole Canarie.

 

Paolo David Maitreya Mahoma Sacco

His Holiness the Imperial Buddha

Promoter of the agricultural method A.M.B.E. (Microbiological agriculture based prevalently on endophytic bacteria)

Global Goodwill Ambassador (GGA) nominated for improving nutrition and making agriculture sustainable.

Long Term Economy Chair ( Global Islands and Biosphere Reserves )

Long Term Economy Chair ( Italy )

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Paolo David Sacco

Sua Santità il Budda Imperiale. GGA. Forest gardener. Ricercatore indipendente e libero divulgatore di modelli e metodi di agricoltura naturale e vita sostenibile .

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